Officina Corpuscoli è uno studio/laboratorio fondato a Amsterdam da Maurizio Montalti nel 2010. In esso si fondono diversi campi disciplinari e suggestioni – frutto del background ingegneristico di Montalti, il suo contatto successivo con il mondo dell’arte e del design e la fascinazione per la biologia e gli organismi viventi – e si sviluppa la riflessione sul ruolo che l’attuale rivoluzione biotecnologica applicata al design può avere nel trasformare il modo attuale di produzione industriale verso la sostenibilità, in sostanza The Future of Plastic. Che è anche il titolo della mostra inaugurata il 10 luglio 2014 negli spazi della Fondazione Plart, curata da Marco Petroni e realizzata con il supporto dell’Ambasciata dei Paesi Bassi. All’interrogativo su quale sia il futuro della plastica, già da molto tempo ormai parte integrante delle nostre vite, e probabilmente uno dei fattori portanti della terza rivoluzione industriale assieme al carbone, all’acciaio, ai semiconduttori e al petrolio, Maurizio Montalti risponde presentando i risultati delle ricerche del suo Growing Lab. Dopo precedenti in cui si cercava di trovare modi con cui aggredire le materie plastiche con l’impiego dei funghi, questi ultimi sono ora utilizzati per creare materie plastiche, sfruttando la capacità di creare strutture complesse, simile ai polimeri delle materie plastiche, aggredendo materiali come scarti agricoli, fibre e materiali organici e sviluppando tra le loro trame una intricata rete di filamenti detti ife e che formano il micelio. Attraverso l’uso opportuno di stampi, è possibile la ‘coltivazione’ di una vasta gamma di oggetti – vasi, elementi d’arredo e lampade – in cui le dinamiche e i tempi della produzione seguono quelli della natura, quelli necesssari perché possano crescere i funghi. Una finale ‘pastorizzazione’ degli oggetti finale è necessaria perché venga a scemare l’aggressività dei funghi e rendere l’oggetto ‘inerte’, e con la stessa durezza e leggerezza della plastica industriale.
Un metodo ancora allo stato di prototipo e quindi ancora senza concrete applicazioni pratiche, ma che vuole rappresentare un contributo in più verso l’elaborazione di un nuovo modo di intendere le dinamiche produttive e sociali che superi quello attuale. Un design che si apre nelle più diverse direzioni e che sia capace di progettare scenari di un futuro possibile, di un mondo possibile.
La mostra, a ingresso libero, rimarrà aperta fino al 27 settembre 2014.