Home » Cinema, News, Spettacolo » “Apes Revolution”: uomini contro scimmie nel blockbuster dell’anno

“Apes Revolution”: uomini contro scimmie nel blockbuster dell’anno

Apes-Revolutiondi Marco Chiappetta

TRAMA: Dieci anni dopo che un virus ha decimato l’umanità e quasi distrutto il pianeta, gli ultimi superstiti di San Francisco trovano in una foresta incontaminata un autentico pianeta di scimmie evolute e intelligenti, che vivono in pace e in armonia sotto la guida del carismatico scimpanzé Caesar (Andy Serkis). Il contatto improvviso tra umani e primati tuttavia riaccende antiche ostilità: mentre l’ex architetto Malcolm (Jason Clarke) cerca di trovare una pacifica convivenza tra le due razze e di riparare col loro permesso una diga capace di fornire elettricità, il capo della comunità umana Dreyfus (Gary Oldman), che ha perso tutto, sa che l’uomo per salvarsi ha bisogno della guerra. Nel frattempo, persino l’utopia del pianeta delle scimmie è minacciato da tensioni interne e sanguinari conflitti.
GIUDIZIO: Secondo episodio della nuova saga reboot ispirata al classico (1968) di Franklin J. Schaffner, dopo il notevole “L’alba del pianeta delle scimmie” (2011), è un film d’azione in cui gli insuperabili effetti speciali e i miracoli della performance capture (che aggiungono al Caesar di Andy Serkis un’umanità sempre più realistica) aggiungono ancora più spettacolarità a un plot tuttavia meno originale e vivace del primo episodio, tendente a un inedito sentimentalismo (padri e figli, la famiglia biologica, la comunità etnica), eppure semplice quanto basta per scatenare la fantasia creativa del nuovo regista Matt Reeves, subentrato a Rupert Wyatt: le scimmie a cavallo con mitragliatrice e urlo di battaglia al seguito è fantascienza di alto livello. Pur se con una riflessione piuttosto esplicita sulla violazione dei diritti umani, sul razzismo, sull’uguaglianza, sullo scontro di mondi e culture (e forse sulle responsabilità mondiali di un’America guerrafondaia e xenofoba), con annessa morale antimilitarista ed echi shakespeariani, il film resta fortunatamente in gran parte purissimo intrattenimento, un tipico b-movie dell’era digitale, nobilitato da uno stile visionario, quasi immaginifico, che ne esalta lo spettacolo e il divertimento.
VOTO: 3/5