di Mattia Papa
L’apertura del nuovo Studentato per gli studenti dell’Università l’Orientale di Napoli è alle porte. È da anni che gli studenti richiedono che sia dato loro modo di poter usufruire di un alloggio fornito direttamente dal proprio Ateneo senza dover ricorrere all’affitto (o subaffitto) di stanze nelle zone limitrofe all’università. Ad ottobre finalmente lo Studentato aprirà.
Eppure, nonostante si sia ancora in fase di rifinitura ‘burocratica’, il nuovo servizio dell’Orientale già crea forti dissensi per l’atteggiamento escludente verso quegli studenti che contavano nelle agevolazioni economiche che un servizio universitario dovrebbe fornire, ma che pare non ci saranno. Anzi, i prezzi imporranno una scarsa partecipazione al bando da parte di quegli studenti appartenenti a situazioni economiche disagiate.
Si sta ovviamente parlando, infatti, di un servizio che dovrebbe in primo luogo tornare utile a tutti quegli studenti ‘fuori sede’ che sono obbligati a lavorare per mantenersi agli studi, o per coloro i quali a malapena riescono ad arrivare a fine mese pesando sulle spalle delle proprie famiglie.
La selezione è serratissima, al punto d’aver fatto slittare l’apertura da settembre ad ottobre per i ritardi nella selezione degli studenti. Inoltre – da quanto è stato reso noto durante il CdA del 22 luglio scorso – gli studenti fuori sede che non parteciperanno al bando (e non alloggeranno presso lo Studentato in caso di idoneità) non saranno considerati fuori sede e non avranno più, quindi, tutte le agevolazioni riguardanti il loro status.
La vicenda ha scatenato il forte dissenso di Link – Coordinamento universitario, storicamente protagonista nella battaglia per l’apertura dello Studentato, dentro e fuori gli organi istituzionali dell’Ateneo.
“Alloggiare in uno Studentato è una scelta – scrivono i rappresentanti degli studenti di Link all’Orientale nella loro nota di denuncia –, quindi gli studenti fuori sede in possesso del contratto di locazione hanno pari diritti di coloro che richiedono l’alloggio. Inoltre, la Regione Campania non si assume ancora le proprie responsabilità: non solo il blocco dei finanziamenti ha determinato, tempo addietro, il blocco dei lavori, ma, non assumendosi l’onere di coprire la maggior parte dei costi dello Studentato, obbliga l’Adisu Orientale ad esigere rette salate, cosa che non avviene in altre Regioni, in cui il diritto allo studio è prioritario”.
La loro critica non si ferma alla Regione, ma si estende anche all’Adisu che, seppure con uno sgravio di colpa per il disinteresse dimostrato dalla Regione nei confronti dei fondi per la costruzione dello Studentato, chiede rette troppo alte: “Ci sembra troppo chiedere agli studenti una retta di €330 per una singola e €250 per una doppia che, seppur ammortizzato dalla borsa di studio, resta un prezzo alto”.
Insomma, lo Studentato non è ancora stato aperto eppure è già assediato da forti criticità e problemi che non vedono risposta né ombra di risoluzione o comprensione da parte dei dirigenti dell’Ateneo. Per il momento resta solo l’applicazione di una politica, evidentemente, troppo escludente per chi invece crede che, in un paese civile, l’istruzione e il diritto allo studio siano la priorità. Nel periodo della ‘annuncite’ renziana, i fatti – di fatti – stanno a zero. Ancora.