Da luglio di quest’anno l’organizzazione ambientalista Greenpeace ha avviato una raccolta di firme e una massiccia campagna di sensibilizzazione contro la partnership LEGO-Shell.
L’accordo tra le due aziende risaliva agli anni Sessanta ed è stato rinnovato l’ultima volta nel 2011.
In seguito al proposito Shell di trivellare l’Artico alla ricerca del petrolio, Greenpeace ha costruito la sua campagna utilizzando i mattoncini della casa danese per colpire la compagnia petrolifera.
In un video pubblicato su youtube dalla ONG, si vede il paesaggio artico – costruito in mattoncini – annegare nel petrolio.
Una tattica ingegnosa da parte di Greenpeace, che attraverso uno dei giochi più amati dai bambini ha raggiunto come risultato la cessazione dell’accordo tra il gruppo LEGO e la conchiglia gialla.
La strategia di Greenpeace ricorda quella utilizzata da Shell, quando è riuscita a far imprimere il suo marchio sulle costruzioni LEGO a fini pubblicitari.
La posizione di LEGO è resa nota tramite il comunicato ufficiale di Jørgen Vig Knudstorp, amministratore delegato dell’azienda.
Knudstorp spiega i motivi della partnership: “Una partecipazione come quella con Shell è una delle strade che abbiamo intrapreso per portare i mattoncini LEGO nelle mani dei bambini, per tenere fede alla nostra promessa di realizzare giochi creativi”.
L’amministratore non si esime dall’accusare l’organizzazione ambientalista di strumentalizzare il marchio LEGO: “La campagna di Greenpeace utilizza il brand LEGO per colpire Shell. Come abbiamo sostenuto in precedenza, noi crediamo fermamente che Greenpeace debba avere un diretto confronto con Shell. Il marchio LEGO e tutti coloro che fruiscono dei giochi non devono diventare parte della disputa con Shell”.
Tuttavia Knudstorp annuncia di non riconfermare l’accordo con la compagnia petrolifera:
“Vogliamo precisare che, allo stato attuale delle cose, noi non rinnoveremo il contratto con la Shell allo scadere di quello attuale”.
Nonostante la campagna di Greenpeace abbia avuto un esito positivo, però, le trivellazioni andranno avanti.
Come si legge sul sito ambientalista: “Il 28 agosto 2014 Shell ha presentato all’amministrazione americana nuovi piani per esplorazioni petrolifere al largo dell’Alaska, a dimostrazione che l’azienda è pronta a portare avanti i propri piani di trivellazione già nell’estate 2015”. La questione di fondo resta dunque insoluta.