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Il “Decreto stadi” diventa legge: tra i provvedimenti per contrastare la violenza anche il Taser sperimentale

taserdi Gabriele Borghese

Lo scorso 15 ottobre, il Senato ha approvato in via definitiva il decreto 119/2014 sul tema della violenza negli stadi. La votazione si è conclusa con 164 voti favorevoli (PD-NCD-Aut-PI-SCpl) e 109 voti contrari (M5S-FI-LN-Misto-SEL-GAL). Nel decreto si intendono destinare (capo III, art. 8, comma 1, lettera a) : “8 milioni di euro per l’anno 2014, (…) 36 milioni di euro per l’anno 2015 e (…) 44 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2016 al 2021, alla Polizia di Stato, per l’acquisto di automezzi ed equipaggiamenti, anche speciali, nonché per interventi di manutenzione straordinaria e adattamento di strutture e impianti”. Inoltre, in un emendamento approvato, proposto da Gregorio Fontana (FI, attualmente Questore della Camera dei Deputati), si delibera su tali “equipaggiamenti speciali”: “Con decreto del Ministro dell’Interno, da adottare entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, l’Amministrazione della pubblica sicurezza avvia, con le necessarie cautele per la salute e l’incolumità pubblica e secondo principi di precauzione e previa intesa con il Ministro della salute, la sperimentazione della pistola elettrica Taser per l’esigenza dei propri compiti istituzionali, nei limiti di spesa previsti dal comma 1, lettera a”.

Il Taser di cui si parla è un dispositivo classificato tra le armi “meno che letali”.
L’obiettivo di quest’arma è quello di paralizzare il soggetto per pochi secondi al fine di consentirne l’arresto. Il funzionamento della pistola consiste nell’espulsione di due dardi che, una volta raggiunto il bersaglio, costituiscono il punto di partenza e di arrivo del percorso che seguirà la scarica elettrica (50000 volt). In questo modo, la scarica non si ripercuote su tutto il corpo della persona, così da poter consentire ad un altro agente di poterlo toccare senza subire alcuna scossa.
Più la distanza tra i dardi aumenta, maggiore è l’effetto sui muscoli.

L’Associazione Amnesty International ha chiesto il ritiro dell’arma ai governi dei paesi in cui viene già utilizzata, a causa dei danni irreparabili che la pistola può causare. “Le Taser non sono armi non letali, come vengono invece descritte”, ha dichiarato Angela Wright, ricercatrice di Amnesty International sugli USA ed autrice di un rapporto del dicembre 2008, nel quale compare anche un elenco di tutte le persone decedute dopo essere state colpite dal Taser.
Analizzando alcune autopsie, i ricercatori di Amnesty hanno messo in luce numerosi problemi.
Molti soggetti sono stati a scariche multiple o prolungate, spesso ben oltre il “ciclo-standard” di cinque secondi. Alcune persone sono decedute dopo l’uso del Taser, dopo danni al sistema cardio-respiratorio. Inoltre, l’utilizzo della pistola spesso può non lasciare tracce, rendendo difficile un’indagine successiva. Come si evince dal testo dell’emendamento, per quanto riguarda il “caso Italia”, l’ultima parola spetterà al Ministro della salute, che dovrà pronunciarsi sui rischi connessi all’utilizzo di tale arma.