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Le peripezie di un anarchico elegante

di Danilo De Luca

Alessandro Senatore ha rivelato la sua sensibilità artistica nel romanzo “L’anarchico elegante”, storia di Oreste Ferrara, figura di spicco della cultura italo-ispanica. Ferrara, napoletano della buona borghesia, cresciuto nel mito di Garibaldi, scappa giovanissimo da casa per affiancare il popolo cubano nella terza guerra di indipendenza. Uomo vulcanico e brillante, ottiene dalla vita notevoli soddisfazioni, guadagnandosi, tra l’altre cose, poco più che trentenne la Presidenza della Camera dei rappresentanti di Cuba. Un brusco capovolgimento di fortuna, però, gli strappa consensi e potere, e la sua vita si spegne in silenzio, lontano dalle luci della popolarità.
Durante la presentazione del libro, curata dal Centro Studi Sebetia-Ter, svoltasi il 5 marzo di quest’anno nel Salone dei Convegni del Circolo Ufficiali della Marina.
Ghidini Citro, presidente del Sebetia Ter, ha spiegato come Senatore sia stato spinto a confrontarsi con Ferrara dal grande amore per Cuba che con questo personaggio condivide, scoprendo, poi, nel corso delle ricerche, aspetti inediti di una cultura affascinante ma trascurata. Infatti, afferma Alessandra Riccio, docente ispanista, la storia personale di Ferrara si intreccia con una fase importante della storia dei popoli neolatini, alla quale i giovani italiani, affascinati dall’esemplare generosità di Garibaldi, guardavano con interesse, tanto da partire con pochi mezzi per quelle terre lontane nella speranza di ottenerne il riscatto e la libertà. Ferrara, uno di questi, ebbe tanto successo da ricoprire, poi, importanti incarichi a Cuba, tra cui il ministero degli Affari Esteri sotto la Presidenza del feroce Generale Machado e, forse per riscattarsi, un seggio nell’Assemblea Costituente. Massimo Milone, giornalista Rai, ha invece sottolineato il profilo intellettuale di Oreste Ferrara, che si distinse anche come docente di diritto all’università dell’Avana ed editore del quotidiano El Heraldo. Milone afferma di aver individuato nelle pagine in cui è descritta l’attività di ministro nel Governo Machado una critica al rapporto tra gli intellettuali e il potere. Francesco Caia, presidente dell’Ordine degli avvocati campani, rivendica con orgoglio l’appartenenza di Ferrara alla categoria, ritenendolo un ottimo rappresentante della tradizione intellettuale forense di matrice partenopea. Vincenzo Siniscalchi, componente del Csm, tutt’ora appassionato di teatro e cinema, ha sostenuto l’efficace traduzione del romanzo in sceneggiato, convinto della necessità di affidare alla televisione una maggiore funzione educativa, esortando Senatore a prendere in considerazione la proposta.