La questione del diritto allo studio è un argomento particolarmente delicato in Italia, unico paese in Europa a “vantare” la figura dell’idoneo non assegnatario: si ha il diritto di ricevere il rimborso, ma non lo si riceve per mancanza di fondi.
Con il Patto di Stabilità, il Governo ha tagliato 150 milioni al Diritto allo Studio, l’equivalente di 50.000 Borse in scala nazionale. Inoltre, con la stessa legge, si rimette alle Regioni il compito di finanziare il diritto allo studio. La regione Campania, inoltre, inserisce nel bilancio zero euro per i rimborsi universitari.
Tra pochi giorni si voterà per la nuova rappresentanza studentesca all’interno dell’A.Di.S.U. (Azienda per il Diritto allo Studio Universitario) afferente alla Federico II di Napoli, ateneo in cui solo il 33% degli idonei ricevono il rimborso quando basterebbe lo stanziamento nazionale di 20 milioni di euro per la sola regione – una cifra minima in un bilancio statale, ma che permetterebbe il miglioramento immediato della condizione di un’ampia parte della componente studentesca. Ciò che normalmente non si dice è che sfruttando il meccanismo di finanziamento nazionale del diritto allo studio, se la Regione mantenesse un alto numero di borse di studio, vi sarebbe per essa un compenso delle spese per le borse erogate.
“In Campania – scrive nella sua nota di denuncia il coordinamento universitario Link Napoli, che ha espresso una candidatura per le elezioni al CdA dell’A.Di.S.U. fridericiana – è oltremodo vergognosa la condizione degli alloggi universitari, ampiamente sottodimensionata rispetto a quelle che sono le reali esigenze degli studenti, costretti spesso a ripiegare sul mercato nero degli affitti”. E continua “Eppure, una politica seria e reale di riconversione dei beni demaniali inutilizzati in alloggi studenteschi, potrebbe davvero risolvere gran parte (se non del tutto) il problema, con benefici sia per gli studenti che per le istituzioni”.
Il sindacato studentesco, inoltre, denuncia la condizione di “fasulla democrazia” che regna nell’Ateneo più antico d’Italia. Scrive ancora in una nota: “Ci candidiamo al Consiglio d’Amministrazione dell’A.Di.S.U. perché quattro anni di ritardo nell’emissione delle borse di studio sono un tempo inaccettabile. Eppure, nel momento in cui sono indette le elezioni per i rappresentanti nel Consiglio di Amministrazione dell’ente che si occupa del diritto allo studio per il più grande Ateneo del Sud Italia, si nega agli studenti di votare, limitando l’elettorato attivo ai soli 45 rappresentanti del Consiglio degli Studenti. Questo meccanismo non potrà mai essere rappresentativo per gli studenti, in quanto qualunque candidato verrà votato soltanto se ritenuto adeguato da queste 45 persone, e non in base alla volontà degli studenti dell’Ateneo stesso”.
Le votazioni sono state indette per il 16 e 17 dicembre. Inoltre, con le elezioni regionali alle porte, la questione del diritto allo studio è uno di quei temi in cui la campagna elettorale dei futuri candidati alla presidenza della giunta regionale si spenderà enormemente e sarà metro nonché motivo di discussione delle associazioni e collettivi studenteschi che risponderanno in un modo o in un altro alle proposte del futuro governatore. Le elezioni per la rappresentanza studentesca sono solo un primo momento in cui si svolgerà la ben più complessa e articolata battaglia per i diritti all’accesso ai saperi.