“Nessun inciucio, nessuna norma ad personam o contra personam”. Con queste parole il premier Matteo Renzi ha commentato la sua decisione di bloccare la riforma del fisco. Viene dunque meno quella norma, emersa nell’ambito del condono fiscale, che avrebbe previsto la non punibilità laddove l’importo delle imposte sui redditi evase non fosse stato superiore al 3% del reddito imponibile dichiarato.
Numerose le polemiche alimentate da alcune interpretazioni secondo cui tale norma avrebbe consentito a Silvio Berlusconi di ricandidarsi, ma secondo Renzi, anche se è ovvio che l’argomento fisco richiami naturalmente i numerosi processi a Berlusconi, i dubbiosi “professionisti del retro pensiero avranno modo di ricredersi”. Si era subito parlato, in effetti, di malcelati scambi politico-giudiziari che il presidente del Consiglio non ha esitato a etichettare come “strampalate ipotesi”. Era opinione diffusa che grazie alla norma al centro delle polemiche il leader di Forza Italia avrebbe potuto chiedere la revoca della condanna per frode fiscale nel processo Mediaset, azzerando così l’effetto della legge Severino nei suoi confronti e guadagnandosi la libertà di candidarsi alle prossime elezioni. Anche l’ex premier è intervenuto nella vicenda e, secondo alcune fonti, avrebbe appreso di una norma “a suo favore” solo dai giornali. Va ricordato comunque che Silvio Berlusconi ha dichiarato più volte di confidare nella Corte dei diritti europei dell’uomo e di attendere insieme all’intero stato maggiore forzista la decisione di Strasburgo che gli consentirebbe, dopo aver terminato il periodo di servizi sociali, di recuperare piena agibilità politica.
Il testo della riforma del fisco era stato approvato dal Consiglio dei ministri, ma il premier è intervenuto chiedendo agli uffici di non procedere almeno per il momento alla sua trasmissione alla Camera: la proposta dovrà tornare in Cdm, poi alle Commissioni e infine nuovamente in Consiglio per l’approvazione definitiva. Per l’occasione il segretario della Lega Nord Matteo Salvini non ha rinunciato ad attaccare il premier e il suo operato da un anno a questa parte. In ogni caso, fonti di palazzo Chigi ci tengono a sottolineare che il governo si adopera per dare vita esclusivamente a norme che curino l’interesse dei cittadini, di tutti i cittadini, senza commettere mai l’errore di guardare a una singola personalità e con il chiaro obiettivo di recuperare più soldi da un reato grave come l’evasione, “depenalizzando laddove possibile e contestualmente aumentando sanzioni e pene per i reati che rimangono tali”.