“Papà ma perchè muoiono sempre le persone migliori?”
“Se tu vai in un giardino, quali fiori strappi, quelli belli o quelli brutti?”
(Massimo Troisi)
Spesso si dice che ogni artista, che sia un cantautore, un attore o uno sportivo, ha un suo erede pronto a prenderne il posto, se non altro come stile e modo di presentarsi al pubblico. Alberto Sordi ha avuto Carlo Verdone per esempio, che lo ha sostituito nel rappresentare l’italiano medio con i suoi tic e le sue ipocondrie.
Ma c’è una cosa che il tempo ci ha dimostrato inequivocabilmente: a Napoli questa legge non vale. I talenti sfornati dal capoluogo e, più in generale, dalla Campania hanno quel certo non so che a renderli unici e insostituibili. Non c’è stato e mai ci sarà un altro Totò, non possiamo sperare in un Renato Carosone del nuovo millennio, ma nemmeno in un nuovo Massimo Troisi. Non mancano artisti che hanno provato a colmare quei vuoti ma per vari motivi non si sono mai avvicinati a quella grandezza e a quella brillantezza.
Ieri è andato via Pino Daniele, cantautore impareggiabile, che cantava la sua Napoli a ritmo di blues, fondendo generi e stile che mai nessuno prima di lui aveva nemmeno osato accostare. Era un innovatore, era un alieno in un panorama musicale fatto quasi solo di musiche melodiche e strappalacrime, era un Artista con la A maiuscola e non si è mai tirato indietro nel portare il suo dialetto in giro per il mondo.
Ha suonato con i più grandi, da Eric Clapton ai Simple Minds, da Francesco De Gregori a Lucio Dalla, ma per tutti i napoletani sono loro ad aver suonato con uno dei più grandi artisti del Novecento (e forse non sarebbe così lontana dalla realtà come affermazione).
Il mondo dei social non voleva credere alla notizia, non ancora ufficiale, quando è stata pubblicata da Eros Ramazzotti sul suo Twitter. Sembrava impossibile che Pino, che aveva suonato in diretta su Rai Uno appena cinque giorni fa, fosse andato via così in punta di piedi, senza un ultimo saluto, senza un assolo di chitarra. Molti siti Internet hanno cominciato a fare la gara dei gossip, una gara per scrivere l’articolo più succulento: chi ha detto che come artista non vendeva più ed era finito, chi ha voluto mettere insieme tutti i saluti dei suoi colleghi sui social per poter sfoggiare una parata di nomi illustri, chi addirittura ha rispolverato la rivalità con Gigi D’Alessio sottolineando come molti fans di Pino si augurassero che uno vivesse e l’altro no.
Ma tutto questo non interessa nessuno, statistiche e rivalità lasciano il tempo che trovano, è solo la sua musica che andrebbe ricordata all’infinito, e per fortuna lo sarà. Un’eredità straordinaria di note e di pensieri, che lascia a tutto il mondo e in particolare a Napoli.
Perchè i napoletani già lo sanno: non c’è stato un altro Totò, non c’è stato un altro Carosone, non c’è stato un altro Troisi. E non ci sarà mai un nuovo Pino Daniele.