Negli ultimi anni, la Regione Campania non è stata un esempio da seguire riguardo il diritto allo studio. Nonostante l’aumento della tassa regionale – passata da 60€ a 140€ – i servizi, soprattutto le borse di studio, non solo non sono aumentati, ma addirittura diminuiti in termini aggregati.
Anche se da Palazzo Santa Lucia rivendicano gli ottimi risultati raggiunti per ridurre il grave debito, certamente la giunta Caldoro non può fregiarsi di aver investito sui servizi per gli studenti. Infatti, le Aziende per il Diritto allo Studio Regionale (Adisu) versano (chi più, chi meno) in condizioni di non poter erogare servizi a causa dei mancati trasferimenti.
Grave è la situazione all’Adisu Orientale, che raccoglie sotto la propria giurisdizione anche l’Accademia di Belle Arti ed il Conservatorio. Son sei i milioni che la Regione dovrebbe corrispondere all’Adisu, eppure in questi anni non l’ha mai fatto, mettendo a rischio borse di studio, il nuovo studentato di via Brin e addirittura gli stipendi del personale.
Non è una situazione nuova. Lo stesso studentato è stato aperto solo perché l’Adisu Orientale ha anticipato di tasca propria 1,5 milioni, sperando che un giorno la Regione – presente all’inaugurazione dello scorso Settembre – facesse la propria parte. Ad oggi la situazione è solo peggiorata. Gli studenti aspettano ancora la seconda rata della borsa di studio 2014/2015 ed il rimborso della tassa regionale. Non c’è traccia ancora della prima rata della borsa di quest’anno. Lo studentato rischia la chiusura ed i servizi la sospensione. Dulcis in fundo, non avendo ricevuto neanche i fondi di funzionamento, i dipendenti rischiano di non percepire lo stipendio a Marzo.
Una situazione che potrebbe allargarsi anche alle altre Adisu. La Parthenope non naviga in buone acque essendo già commissariata, mentre alla Federico II occorrono circa 26 milioni per erogare borse di studio e servizi.
Il rappresentante di Link in seno al Consiglio di Amministrazione dell’Adisu Orientale, Lorenzo Bianco, denuncia: ”La Regione non solo non integra i fondi per le borse come succede nelle altre regione, ma si concede il lusso di incassare i fondi destinati alle borse e di non erogarli”.
Chi paga questa scelta politica sono gli studenti che secondo l’articolo 34 della Costituzione devono essere sostenuti per continuare gli studi. La Regione Campania sembra quasi voler mettere nelle condizioni o di non poter studiare o di emigrare, sapendo che con un ISEE basso, uno studente campano in una regione del centro – nord può essere idoneo e beneficiario.
Una vicenda che non potrà passare inosservata durante l’imminente campagna elettorale: urge un piano di rifinanziamento del diritto allo studio in Campania. Borse di studio, studentati e servizi devono essere dei diritti e non delle spese da tagliare per fare cassa per risanare il debito.