di Stefano Santos
Il fotografo danese Mads Nissen ha vinto il World Press Photo of the Year 2014 per un’immagine (Jon and Alex) che ritrae un momento intimo di una giovane coppia gay, a San Pietroburgo. Il concorso, giunto alla sua 58esima edizione, è considerato il più importate premio per il fotogiornalismo del mondo. La giuria guidata dal direttore della fotografia del NewYork Times, Michele McNally, ha selezionato le foto vincitrici tra le 97.912 sottoposte da 5692 fotografi da 131 paesi del mondo, con la novità di quest’anno l’aggiunta della categoria “progetti a lungo termine”.
Tra le fotografie vincitrici da segnalare soprattutto la duplice vittoria di Bulent Kilic nella categoria news singole: il 1° premio per l’immagine di una ragazza ferita durante le proteste a Istanbul (Istanbul Protest) e il 3° per la fotografia di militanti dello Stato Islamico accanto all’esplosione provocato da un attacco aereo al confine turco-siriano (Air strike on IS militants). Il fotografo turco è stato scelto dal magazine TIME come il migliore fotogiornalista d’agenzia del 2014.
Oltre a lui, il premio Pulitzer Tyler Hicks per la foto che testimonia l’attacco di artiglieria israeliano su una spiaggia di Gaza city (Beach Casualties) e il fotografo Magnum Jerome Sessini per le sue immagini dal fronte ucraino (Crime without punishment e Final fight for Maidan). Darcy Padilla è la prima a vincere il primo premio per i progetti a lungo termine, con il suo lavoro Family Love 1993-2014, incentrato sulla vita turbolenta di una donna e la sua famiglia. Gli altri due progetti premiati – Side Effects di Kacper Kowalski e Development and Pollution di Lu Guang – si incentrano entrambi sul rapporto tra uomo e natura.
Con dieci fotografi vincitori, l’Italia è il paese più rappresentato nel concorso, davanti a paesi come gli Stati Uniti o la Cina.
Massimo Sestini e Gianfranco Tripodo si aggiudicano il secondo e il terzo posto nella categoria “notizie generali” con immagini che trattano il problema dell’immigrazione clandestina verso l’Europa, rispettivamente le rotte dei barconi che solcano il Mediterraneo verso la Sicilia (Rescue Operation) e quelle terrestri che conducono verso il confine tra il Marocco e l’enclave spagnola di Melilla (Bosa, bosa, bosa!). Nella categoria “questioni contemporanee”, spiccano il terzo posto (foto singola) di Fulvio Bugani tra la comunità transgender in Indonesia (Waria: Being a different muslim); il primo posto (foto-storia) di Giovanni Troilo nella città belga di Charleroi colpita dalla depressione socio-economica (The dark heart of Europe) e il secondo posto di Giulio di Sturco che documenta le ambizioni dell’industria cinematografica cinese (Chollywood). In “vita quotidiana” (foto-storie) spicca il lavoro sulla Mongolia, il boom economico derivato dallo sviluppo dell’industria mineraria e le sue contraddizioni (Mongolia, Black Gold Hotel) di Michele Palazzi, vincitore del primo premio.
Nella categoria “ritratti” la premiazione di Andy Rocchelli per il suo Russian Interiors segna un ulteriore riconoscimento postumo del fotografo morto mentre documentava la guerra in Ucraina, dopo la pubblicazione del libro finanziata con un fundraising su Kickstarter e la sua inclusione negli elenchi dei migliori foto-libri dell’anno (soprattutto quella curata da Martin Parr). Al terzo posto la serie di ritratti Cadets di Paolo Verzone.
I vincitori verranno premiati durante gli Award Days il 24 e il 25 Aprile al Compagnietheater di Amsterdam. Sempre da Amsterdam, nella Nieuwe Kerk, a partire dal 18 Aprile, partirà il tour mondiale che porterà le immagini vincitrici esposte nelle più importanti città del mondo.