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“L’ultimo degli alleati” – PROLOGO

di Brando Improta

PROLOGO

Piedi che sbandano, lacrime che non si controllano, parole che escono senza che noi ce ne possiamo rendere conto e un profondo senso di tristezza, che è lì nascosto dietro il sorriso dell’euforia e che – solo tu sai – sta per divorarti dall’interno.
Tutte queste sono le sensazioni di chi ha bevuto molto (e magari lo sta ancora facendo). Tanta forza, la forza di scalare le montagne e sfidare qualsiasi sorte. Forze dettate dalla potenza dell’alcool che molto spesso si presenta come una facile soluzione per ogni tipo di problema.
Ora io sono un convinto fruitore di bevande alcooliche. Cosa bevo? Un po’ quello che mi capita: vino bianco e rosso, cocktail, cicchetti, aperitivi. Qualsiasi cosa che abbia una gradazione alcoolica (bassa o alta che sia), io la ingurgito. Voi vi chiederete perché. Perché una persona deve rendersi puntualmente incosciente e oltremodo antipatica calpestando la propria dignità nel momento in cui supera il limite del bevuto consentito. La risposta è semplice: perché il bevitore consenziente e ripetuto è un sognatore, un po’ uomo e un po’ bambino, pieno di speranze calpestate e di desideri inespressi, una persona piena di fantasia che non vede l’ora di trovare quel pezzetto di forza in più per ribellarsi e dire TIE’ stavolta t’ho fregato!

E per fregare si finisce fregati: ospedali, palpitazioni cardiache, rapporti umani irreparabilmente compromessi, salute che va a farsi benedire e quell’ormai familiare mal di testa che ti dà il buongiorno il mattino dopo.
Avendo sperimentato sulla mia pelle alcune di queste cose e avendo chiuso con questo tipo di ricerca della felicità, posso dire a tutti quelli che leggono, e che magari stanno cercando una risposta in fondo ad un bicchiere di vodka: posate la bottiglia, posate quel bicchiere,chiamate un amico e cercate una risposta insieme. Spesso se si ricorre all’alcool è perché si è viaggiato per un po’ di tempo su un binario prima di scoprire che non portava da nessuna parte. Ora io so con certezza e mi sento di dire a tutti che in qualsiasi momento ci si accorga di una cosa del genere, non è mai troppo tardi per scendere e cambiare direzione. A 20, a 40, a 60 come anche ad 80 anni, ciò che finisce è chiuso per sempre, ma ciò che deve ancora iniziare, sebbene faccia sempre paura perché ignoto, può essere portatore di una splendida felicità.

Il percorso sarà difficilissimo e insidioso, perché tante persone non aspettano altro che un segno di debolezza, non vedono l’ora di vedere il crollo del campione. Il mondo si divide in un paio di categorie principali di persone: chi gioca sul filo del rasoio, rischiando sempre, avendo come unico motto nella vita “O la Va o la Spacca!”, e tende ad ottenere molte soddisfazioni, ma anche amore e cocenti delusioni dettate dall’imprevedibilità del destino; e chi vive costantemente nella mediocrità, seguendo la routine, celando il proprio essere dietro maschere di finto perbenismo che, una volta crollate, svelerebbero un pericoloso menefreghismo. I mediocri vivono alle spalle della prima categoria, incensandola per poter dire in giro “sono amico di”, “sono stato/a con”. Ma attenzione, la cosa dura poco. Basta un passo falso da parte del giocatore d’azzardo, un gioco mal riuscito per l’illusionista, una battuta detta male dal grande attore, un bicchiere di troppo per il sognatore e ci si ritrova presto soli, o quasi: resteranno i pochi amici fidati di una vita, i mediocri che giravano attorno finché si era al top della forma spariscono, pronti a puntare il dito e a farci danzare da soli nel buio della pista da ballo appena sfollata.

La storia che sto per raccontarvi, un po’ reale e un po’ romanzata, è quella di un sognatore che giocava d’azzardo con la vita, che porterà il mio nome (ma attenzione non è detto debba essere io), deciso dopo anni di piccole mani, a puntare tutto il piatto per trovare un angolo di serenità prima di scoprire che era stato incastrato in un enorme e gigantesco bluff. Ah! Quasi dimenticavo. Il mio nome è Brando, ed è un piacere fare la vostra conoscenza.

(continua…)