Il 16 novembre scorso, in occasione della Giornata Mondiale indetta dall’Onu per ricordare le vittime della strada, il Presidente dell’Ania Aldo Minucci è così intervenuto sulla questione: “Gli incidenti stradali restano la più grande tragedia del nostro Paese per numero di morti e feriti”. Queste le parole ferme e dirette del Presidente della Fondazione Ania per la sicurezza stradale, che ha poi proseguito sottolineando che risultati importanti sono stati raggiunti soprattutto per quanto riguarda la frequenza e la gravità di tali incidenti, dimezzando inoltre il numero delle vittime dall’inizio del secolo, ma che è fondamentale continuare in questa direzione cooperando con le Nazioni Unite, puntando a un ulteriore dimezzamento dei morti sulle strade entro il 2020.
È vero che molti dati appaiono confortanti ma, se diminuisce il numero di incidenti stradali, aumentano tristemente gli episodi di pirateria stradale, con oltre mille casi registrati lo scorso anno. Quasi la metà dei colpevoli resta ignota, e circa otto su dieci vengono denunciati ma restano a piede libero. Quando si parla di pirateria ci si riferisce a soggetti che si sottraggono alle proprie responsabilità, molto spesso guidando sotto l’effetto di alcool e stupefacenti, “tranquillizzati” da pene praticamente inconsistenti e assurdamente irridenti, da tre mesi a tre anni, il che significa neanche un giorno di carcere (dl 92/2014). Quanto all’identikit del pirata, si tratta nella maggioranza dei casi di uomini tra i 18 e i 45 anni, con una tendenza alla giovane età particolarmente in quei weekend che l’abuso di alcolici trasforma in bollettini disastrosi. Le vittime sono di frequente bambini e anziani, le “categorie deboli” della strada che pagano un prezzo altissimo in termini di mortalità e lesività.
L’ultimo episodio in ordine di tempo si è verificato a Monza, dove un pirata della strada ha provocato un terribile incidente che ha coinvolto ben cinque vetture. Il quindicenne Elio Bonavita è deceduto, la madre è rimasta gravemente ferita. L’auto condotta dal pirata, “un suv scuro” secondo quanto dichiarato da alcuni testimoni, ha poi proseguito la sua corsa investendo le altre macchine. Familiari delle vittime della strada si presenteranno nei prossimi giorni a Roma, davanti al Quirinale, e in tante altre città davanti alle prefetture e ai municipi per chiedere l’introduzione del reato di omicidio stradale, approvato alla Camera ma bloccato al Senato. Anche l’Avisl (Associazione Vittime della Strada, sul Lavoro e Malasanità) ha ribadito la straordinaria urgenza nell’introdurre tale reato, con certezza della pena da scontare effettivamente e ritiro definitivo della patente nei casi più gravi, per fare in modo che chi causa un incidente stradale e magari, come spesso accade, si macchia anche di omissione di soccorso, sia messo in condizioni di non provocare ulteriori tragedie.