Dopo l’annuncio dell’inclusione del Teatro Stabile di Napoli nel novero dei Teatri Nazionali lo scorso 24 febbraio, dopo una corsa a rotta di collo per rientrare nei requisiti – e polemiche nate lo scorso dicembre per la questione delle assunzioni, di cui “Terza Pagina” si è occupata – e la recente presentazione dell’inizio delle attività della Scuola Drammatica dello Stabile diretta da Luca De Filippo e il Corso di perfezionamento, arriva la presentazione al pubblico e alla stampa del Progetto che impegnerà lo Stabile nel triennio 2015-2017, che è anche il criterio cronologico in cui i contributi provenienti dal FUS verranno scanditi.
La presentazione è avvenuta nella sala principale del Mercadante, con gli interventi di Adriano Giannola, l’assessore Nino Daniele e il direttore artistico Luca De Fusco, con l’assessore alla Regione Miraglia assente per doveri legati alla Giunta. Il sentimento comune a tutti e tre è quello dell’entusiasmo, proveniente dalla riuscita di un’impresa che sembrava irraggiungibile solo qualche mese fa – De Fusco parla di “vittoria con goal al 90°”. Un percorso in cui si è rivelata necessario la collaborazione delle istituzioni, soprattutto per quanto ha riguardato la questione San Ferdinando, messo in regola in questi mesi per rientrare nei requisiti del bando.
La ‘colonna portante’ del progetto artistico sarà costituita dalla realizzazione di Trilogie che attraverseranno il triennio. Trittici di opere che daranno la possibilità al pubblico, nelle intenzioni, di approfondire la conoscenza di autori che hanno reso cruciali alcuni momenti della storia del teatro e della cultura. Una Trilogia – che è gia in corso, con la messa in scena in questi giorni di Zio Vanja diretta da Pierpaolo Sepe – sarà dedicata al drammaturgo russo Anton Čechov, iniziata con il Giardino dei Ciliegi diretto da De Fusco e presentata al Napoli Teatro Festival 2014, Tre Sorelle per la regia di Claudio Di Palma e il già citato Vanja. Tre registi napoletani che dirigono la stessa compagnia che continuano il motivo del parallelo con la società russa cechoviana con quella napoletana. La seconda è l’Orestea di Eschilo, formata da Agamennone, Le Coefore e Le Eumenidi, che sarà presentata a Benevento in occasione dell’edizione 2015 del Festival Benevento Città Spettacolo. Essa inaugurerà un ulteriore approfondimento della drammaturgia antica, con la proposizione di altri sei “classici” nell’arco del triennio: Medea di Euripide, Le Troiane con la regia di Valerij Fokin, Edipo a Colono di Sofocle nel 2015; Elettra di Euripide nel 2016; il Filottete di Sofocle e le Baccanti di Euripide nel 2017. Questi primi quadri vedranno il formarsi di una compagnia stabile e organica (uno dei requisiti principali richiesti dal MIBACT), in cui sarà possibile aumentare l’offerta unificando i periodi delle messe in scena degli spettacoli e la prova degli stessi. In coincidenza con il quattrocentesimo anniversario della morte di Shakespeare, verranno presentati nel 2016 Re Lear diretto da Giuseppe Dipasquale, Macbeth di De Fusco e Misura per misura per la regia di Pierpaolo Sepe nella stagione 2016/17.
Nel biennio 2015-16 verrà dedicato al tema del riscatto femminile con La Signorina Giulia di Strindberg, Pigmalione (Liza) di Shaw e Casa di Bambola (Nora) di Ibsen.
La famiglia è il tema del trittico che verrrà presentato nel 2017 e che vedrà il confronto con gli ‘interni familiari’ tipicamente mediterranei tratteggiati da Eduardo De Filippo (Sabato, domenica e Lunedì e Mia Famiglia) con quelli scandinavi di Ingmar Bergman (la riduzione teatrale di Scene di un matrimonio del 1973). Arturo Cirillo dirigerà un dittico collaterale, con Miseria e Nobiltà di Eduardo Scarpetta e Assunta Spina di Salvatore Di Giacomo.
La drammaturgia napoletana si avvia a essere il campo di elezione e specializzazione del rinnovato San Ferdinando – in dialetto, scritta da autori napoletani contemporanei e novecenteschi, interpretata prevalentemente da attori napoletani (senza che però ci siano ‘discriminazioni’) – che si doterà di una compagnia stabile e per cui sarà proposto un abbonamento distinto da quello del Mercadante, a segnalare la sua autonomia. Il Ridotto sarà invece il luogo in cui verranno proposte le opere inedite di giovani autori napoletani contemporanei, di studio e sperimentazione. Continua la valorizzazione della letteratura napoletana, iniziata nel 2013 con la Ortese, La Capria nel 2014 (il 29 Aprile verrà trasmesso in uno speciale di Rai 5 L’Amorosa inchiesta all’Istituto italiano di cultura a Parigi) e Patroni Griffi nel 2015.
Altra linea portante del programma è quella delle collaborazioni internazionali. Quelle che spiccano maggiormente sono la collaborazione triennale col Festival Santiago a Mil in Cile, tra i maggiori del Sudamerica e col Teatro Aleksandriskij di San Pietroburgo. Dal Cile proviene Cristian De Plata il quale porterà in scena La Signorina Giulia con Giovanna Di Rauso e Massimiliano Gallo e Lo Zoo di Vetro di Tennessee Williams con Mascia Musy. Nel tempio del teatro cechoviano verrà rappresentato il Giardino di ciliegi nella versione di De Fusco, mentre il direttore del Teatro Valerij Fokin dirigerà Le Troiane con Angela Pagano. Gli allievi delle rispettive scuole dei due teatri avranno l’opportunità di frequentare stage e partecipare all’allestimento di testi del teatro russo presso lo Stabile e Viceveresa. Ritornano Alfredo Arias, con il musical Pink Lady di De Ceccaty e Eden Teatro di Viviani a completamento del ciclo iniziato con Circo Equestre Sgueglia, e Lluis Pasqual, il quale completerà il dittico su Beckett iniziato con Finale di Partita con la regia di Giorni Felici e su Federico Garcia Lorca con La casa di Bernarda Alba e Commedia Senza Titolo.
La coproduzione internazionale col Theatre Gerard Philippe di Paris-Saint Denis del Tartufo di Molière vedrà la partecipazione di una compagnia bilingue, in grado di recitare sia in italiano che inglese, e che andrà in scena sia a Napoli che a Parigi.
Questo programma segna le ambizioni dello Stabile a divenire un punto di riferimento culturale a livello nazionale, in un contesto in cui solo fino a pochi anni fa era ancora un’entità precaria e malferma, interpretando anche quelle pulsioni provenienti dagli ambienti teatrali napoletani di un peso specifico maggiore nel processo decisionale dominato in gran parte dalle realtà del nord, in contrasto con l’influenza e la tradizione del teatro di Napoli, depositario di un patrimonio millenario che ha pochi rivali.