La cattolicissima Irlanda dice sì alle unioni omosessuali. È stata il primo Paese a chiedere ai cittadini di decidere – mediante un referendum – se le coppie omosessuali avessero o meno diritto di sposarsi, proprio come avviene tra le coppie eterosessuali.
Il matrimonio tra persone dello stesso sesso sarà equiparato in tutto e per tutto a quello tradizionale. I favorevoli sono stati 1.201.607, mentre i contrari 734.300. Le nazioni in cui i matrimoni omosessuali sono legali salgono così a quota ventuno.
Il referendum irlandese è stato un fulmine al ciel sereno per il Vaticano. La comunità di papa Francesco non è poi così all’avanguardia come vuole far credere. Il pontefice ha provato fin dall’inizio del suo mandato a rendere la chiesa meno rigida, più aperta al confronto con gli altri e capace di accettare la complessità e diversità umana senza giudicarla e senza però cambiare la dottrina, creando una sorta di equilibrio che però adesso inizia a vacillare. Tuttavia l’omosessualità è ancora un tabù per gran parte della popolazione di matrice cattolica, che conserva un’immagine della famiglia “tradizionale”, non prendendo in considerazione l’idea del diverso.
I bigotti trovano voce nel cardinale e segretario di stato Vaticano Pietro Parolin, che ha definito l’esito del referendum irlandese “una sconfitta per l’umanità”, suscitando numerose critiche da parte di chi si sente pronto e aperto al cambiamento.
In Italia, tra gli esponenti dello spettacolo, a rispondere al cardinale ci pensa Fiorella Mannoia: “Caro cardinale, da cristiana dico: le nozze gay dovrebbero essere benedette”. La Mannoia non è l’unica ad essere contraria all’ affermazione del segretario di Stato Nazionale. I figli di Officina 99, i 99Posse, esordiscono sulla loro pagina Facebook: “E si farà l’amore ognuno come gli va”.
Se anche gli italiani fossero chiamati ad esprimersi sui matrimoni omosessuali, cosa accadrebbe? Secondo un sondaggio effettuato dal quotidiano La Stampa: “Due italiani su tre (67%) ritengono giusto modificare la legislazione vigente (il nostro Paese, privo di una legge sul tema, è ormai isolato in Europa), ma solo uno su due (51%) vorrebbe seguire Paesi come Irlanda, Spagna, Portogallo, Francia, Belgio, Olanda, Svezia, Norvegia, Islanda, Danimarca, Gran Bretagna, Lussemburgo e Finlandia, dove i matrimoni tra persone dello stesso sesso sono legali”. Inoltre: “Gli italiani preferiscono seguire il modello austro-tedesco, che vieta i matrimoni ma consente solo le unioni civili”. Si tratterebbe, dunque, di un “si” secco per quanto riguarda le unioni civili, un “forse” per il matrimonio e un “no” secco per le adozioni.