“Reddito di dignità”: questa la campagna lanciata da Libera e il Gruppo Abele.
La proposta ha già avuto l’adesione del M5S, di Sel, di Area Riformista del Pd e di altri parlamentari del gruppo dei “rivoltosi” come Pippo Civati. Mediante la petizione online sono state raggiunte oltre 70mila firme. Altre verranno raccolte attraverso le piazze. Il 6 Giugno, infatti, sarà possibile trovare dei banchetti in ogni piazza d’Italia.
Ma cos’è il reddito di dignità? A cosa serve e come è possibile reperire i fondi?
Secondo i comunicati di Libera: “Il Reddito Minimo o di Cittadinanza, è un supporto al reddito che garantisce una rete di sicurezza per chi non riesce a trovare un lavoro, per chi ha un lavoro che però non garantisce una vita dignitosa, per chi non può accedere a sistemi di sicurezza sociale adeguati. Il Reddito Minimo o di Cittadinanza, è una misura necessaria per invertire la rotta della crisi, una risposta concreta ed efficace a povertà e mafie perché garantisce uno standard minimo di vita per coloro che non hanno adeguati strumenti di supporto economico, liberandoli da ricatti e soprusi. È una misura prevista già da tutti i paesi europei, con l’esclusione di Italia, Grecia e Bulgaria”. E’ possibile reperire i fondi mediante una riduzione strutturale delle spese militari, da una imposta sui grandi patrimoni e da una maggiore tassazione dei giochi d’azzardo. Si potrebbero tagliare i rami secchi della pubblica amministrazione, altrettanto fondamentale resta la questione della corruzione, dell’evasione fiscale (secondo alcuni studi di almeno 180 miliardi l’anno) che rendono l’Italia uno dei primi paesi nelle tristi classifiche europee ed internazionali, nonché del sequestro dei beni e dei soldi confiscati alla mafia ed alle organizzazioni criminali. Il reddito può essere dato a tutti quelli che stanno sotto il 60% del reddito mediano del paese, compresi coloro che sono in formazione, così da combattere la dispersione scolastica ed universitaria; il reddito minimo sia individuale ed è riservato a tutti i residenti.
Libera, insieme al Gruppo Abele ha lanciato la campagna per il Reddito di Dignità lo scorso Marzo. All’iniziativa hanno partecipano il BIN, il Cilap dello EAPN e diverse realtà sociali, studentesche e sindacali. “L’abbiamo chiamato Reddito di Dignità – spiega l’associazione Libera – perché crediamo che sia questo il grande tema su cui costruire l’uscita dalla crisi. Dinanzi ad una crisi culturale che ha messo in discussione l’etica individuale e collettiva, il nostro impegno va alla costruzione di un ‘noi’ capace di rigenerare un pensiero collettivo ancorato ai valori della Costituzione”.