di Maria Bianca Russo
Dal 28 Settembre al 2 Ottobre partirà la Summer school targata Libera Campania – associazione nomi e numeri contro le mafie presso il Castello Mediceo di Ottaviano (Na). Si tratta di un’esperienza formativa e utile per incrociare le idee, le innovazioni, i progetti di giovani provenienti da tutta Italia. Il punto di partenza sarà la loro competenza e i beni confiscati alle mafie. Lo scopo è quello di pensare e praticare un’idea di sviluppo etico e responsabile. Possono partecipare tutti i giovani che rientrano in una fascia di età che va dai 18 ai 35 anni; questi verranno selezionati in base al bando diffuso da Libera Campania il 22/07/2015 con scadenza 11/09/2015. La partecipazione, ovviamente, è gratuita. Il viaggio è a carico dei partecipanti. Sarà garantito a tutti il vitto. A numero 10 partecipanti provenienti da fuori provincia è garantito anche l’alloggio.
“La proposta formativa che abbiamo costruito disegna un’identità chiara: la Summer School come luogo privilegiato per incrociare le innovazioni, che sta dentro il ragionamento cruciale del rapporto tra economia e mafie, nella costruzione di relazioni propedeutiche alla realizzazione di reti di fiducia ovvero di impresa sana. La formazione estiva è un luogo di confronto e di crescita collettiva, di conoscenza del territorio, di scambio reciproco, di concezione dello sviluppo come liberazione della mera dimensione economica, spesso schiacciata dal peso delle mafie. È fondamentale accostarsi a questo percorso con la consapevolezza di vivere un’esperienza formativa in grado non di generare di per sé opportunità occupazionali ma di costruire competenze e visioni innovative in grado di segnare un punto di partenza avanzato nella definizione di nuove prospettive di sviluppo e di occupazione”, spiegano gli organizzatori. Ed aggiungono: “Siamo dell’idea che senza un progetto di welfare universale e inclusivo non si può costruire coesione sociale e territoriale, non si può praticare una nuova idea di sviluppo sostenibile. Per questo motivo crediamo necessario approfondire il concetto di welfare come fondamento di un nuovo modello sviluppo. In questo scenario, i beni confiscati e i processi di riutilizzo sociale assumono un valore ancor più vitale”.
