Il Guatemala è una repubblica presidenziale dell’America centrale. La sua storia, come quelle delle diverse realtà latino-americane spesso dittatoriali, è ricca di colpi di stato e guerre civili.
Una delle personalità che durante gli anni del regime militare si è messa maggiormente in luce è il generale Otto Pérez Molina, membro dei Kaibiles – soldati d’élite delle forze speciali – e insignito dell’alta onorificenza di Gran Maestro e Collare dell’Ordine del Quetzal. Dopo il congedo dall’esercito Pérez tentò di intraprendere sin da subito la strada della politica, fondando il Partido Patriota, formazione politica di destra, con un successo discreto. Nel settembre 2011 (successivamente al fallimento di una prima candidatura risalente al 2007) si candidò alle presidenziali aggiudicandosi il ballottaggio con circa il 54% delle preferenze e occupando la carica di Presidente del Guatemala dal gennaio 2012.
Per affrontare i molti problemi di un paese dove la corruzione è diffusissima nel 2007 le Nazioni Unite hanno creato la CICIG, la Commissione Internazionale Contro l’Impunità in Guatemala, esperimento per combattere la criminalità organizzata, smantellare i traffici illeciti e, ovviamente, tentare di “sbloccare” una macchina politica e giudiziaria mal funzionante e corrotta. Proprio le indagini della CICIG e del Ministero degli Interni hanno dato inizio tra aprile e maggio alla vicenda che, pochi giorni fa, ha portato alle dimissioni del Presidente guatemalteco. Sono infatti emerse le prove di una serie di operazioni illegali grazie a numerose intercettazioni, e Pérez sarebbe coinvolto in un caso di frodi doganali con riduzione dei dazi in cambio di tangenti ricevute da diversi imprenditori insieme all’ex vicepresidente Roxana Baldetti, già dimessasi e poi arrestata lo scorso agosto per corruzione. Altri ministri del governo Pérez sono stati incriminati e si sono dimessi, mentre diversi collaboratori sono tuttora latitanti.
Dal mese di maggio i cittadini manifestavano per chiedere le dimissioni del Presidente che, professatosi sempre innocente, si è infine detto disposto a dimostrare la sua innocenza in un processo. La fine del mandato presidenziali in ogni caso si avvicinava e Pérez non era comunque rieleggibile poiché il mandato di quattro non è rinnovabile, dunque sarebbe scaduto ufficialmente il prossimo 14 gennaio. Tuttavia il gesto dell’ormai ex Presidente, che intanto aveva perso l’immunità parlamentare e aveva ricevuto l’ordine di non lasciare il paese e poi addirittura un mandato d’arresto, ha una certa valenza in una realtà pervasa dalla corruzione dilagante.
Domenica 6 settembre si terranno le nuove elezioni presidenziali e i candidati sono Manuel Baldizòn, imprenditore sconfitto da Pérez nel 2011, l’attore Jimmy Morales, e l’ex first lady durante il mandato di Colom Sandra Torres. Le proiezioni non prevedono alcun vincitore al primo turno, e il probabile ballottaggio tra i due candidati più votati si terrà il 25 ottobre, auspicando che il tutto avvenga in un clima diverso e con un processo di voto maggiormente equo e trasparente.