di Stefano Santos
Quest’anno non è stato necessario l’intervento delle ‘parenti’ di San Gennaro che lo spronassero perché il sangue si sciogliesse. Nel momento in cui l’arcivescovo Sepe ha esposto l’ampolla ala folla di fedeli festanti poco prima delle undici e mezza, egli ha ammesso infatti che il prodigio era avvenuto già al momento di estrarre il contenitore dalla cassaforte nella Cappella del Tesoro, alla presenza del sindaco De Magistris e del presidente della Regione De Luca. L’ostensione della ampolla è avvenuta al culmine di un rituale iniziato verso le nove del mattino, quando dopo la prima messa del mattino è stata letta la Passione del Santo, proseguita dalla processione che ha portato l’Arcivescovo prima nella Cappella del Tesoro poi sull’Altare Maggiore della Cattedrale, in cui è stata pronunciata messa.
Messa nella quale Sepe ha voluto toccare nell’omelia diversi argomenti di stringente attualità ma bisognosi di ampie riflessioni. Parlando al cuore della città, egli ha voluto richiamare all’attenzione la recente ondata di violenza per le strade della città con l’appello “basta sangue per le nostre strade”. L’emergere dell’illegalità è descritta dal cardinale come nascente dalla ‘crudele’ “sete del necessario”, che porta taluni a cercare fonti avvelenate come la violenza e la turpe offerta di un reddito facile, la ricerca dell’aiuto di figure losche e padrini di strada, con la conseguente caduta dei valori. Scelte che tuttavia non possono non portare conseguenze nefaste per chi decide di intraprenderle.
In reazione a questa spirale di delinquenza, l’auspicio del cardinale è quello che Napoli riesca a fare onore alla sua storia e diventi più accogliente, perché diventi come l’immagine evocata da San Giovanni XXIII, la “vecchia fontana del villaggio” presso la quale tutti possano abbeverarsi. Anche il tema dei migranti non viene trascurato, con la preoccupazione verso la crescente desensibilizzazione prodotta dalle notizie sulle morti in mare e un appello a cessare la violenza e le morti di coloro che attraversano il Mediterraneo e l’Europa alla ricerca di “libertà, pane e futuro”. L’arcivescovo ha voluto a questo proposito evidenziare l’impegno della Chiesa di Napoli e campana in genere ad accogliere l’invito espresso giorni fa da Papa Francesco ad un’accoglienza dei migranti nelle singole parrocchie e comunità, con la collaborazione delle autorità competenti e nel segno della carità di Cristo. Rievocando in questo caso un altro famoso appello, lanciato a suo tempo da San Giovanni Paolo II, quello di non avere paura e di spalancare le porte a Cristo.
Dopo il rituale culminato con lo scioglimento del Sangue del Santo, descritto dallo stesso Sepe “di un bel colore rosso, da San Gennaro”, vi è stata la consueta ostensione dell’ampolla nella piazza antistante il Duomo di Napoli. Nel pomeriggio le ampolle con il Sangue sono state offerte alla venerazione dei fedeli, aprendo così il periodo detto Ottavario di Ringraziamento, che durerà da oggi 20 settembre fino al 26, in cui verranno esposte le Reliquie alla venerazione e verrà celebrata l’eucarestia nella Cappella di San Gennaro.