36 mila uomini, 200 aerei e 60 navi. Sono i numeri di ”Trident Juncture 2015” (TJ2015) operazione militare che la NATO sta svolgendo in queste settimane, dal 3 ottobre al 6 novembre. La forza militare dei 28 Paesi dell’Alleanza più sette partner, dimostrerà ”il nuovo livello di intraprendenza nella moderna guerra congiunta e mostrerà “un’alleanza capace, con l’appropriata competenza, di fronteggiare le sfide presenti e future nell’ambito della sicurezza”, come è riportato sul sito ufficiale NATO.
Suddivisa in varie fasi ed esercitazioni, è una delle più grandi ”prove” del potenziale NATO tra quelle effettuate negli ultimi anni.
In Italia saranno impiegate sopratutto le basi di Poggio Renatico, Trapani e Capo Teulada.
Il sottosegretario di Stato per la difesa Gioacchino Alfano, rispondendo ad un’interrogazione del deputato Gianluca Rizzo (M5S), ha descritto a grandi linee l’operazione: ”La sua valenza è di particolare importanza poiché rappresenta un tangibile segno di attenzione dell’Alleanza Atlantica verso i rischi presenti nell’area mediterranea ed è finalizzata, infine, a dimostrare la volontà collettiva di garantire una più ampia cornice di sicurezza ai Paesi del cosiddetto ‘fianco Sud'”.
Il sottosegretario Alfano ha anche spiegato in quali fasi è divisa l’operazione: ”Una prima fase, dal 3 al 16 ottobre 2015, in modalità di simulazione ‘Computer Assistita’, che coinvolgerà essenzialmente il Comando Integrato della componente aerea (Joint Force Air Component Command – JFACC) dell’Aeronautica Militare sito a Poggio Renatico (Ferrara); una seconda fase ‘dal vivo’, dal 21 ottobre al 6 novembre 2015, cui parteciperanno assetti aerei, terrestri e navali che saranno ospitati in tre diversi Paesi: Spagna, Portogallo e Italia”.
Il fronte italiano dei movimenti contrari a questa esercitazione si è subito compattato intorno all’appello del Comitato Pace, Disarmo e Smilitarizzazione del Territorio Campania.
Tale appello, co-firmato anche da Alex Zanotelli e dalla Rete Napoli No War, convoca una manifestazione nazionale per il 24 ottobre a Napoli, dove secondo i firmatari, ci sarebbe uno dei centri dirigenziali dell’operazione: ”Sarà guidata dal Jfc Naples, comando Nato (con quartier generale a Lago Patria) agli ordini dell’ammiraglio USA Ferguson, che è a capo delle Forze navali USA in Europa e delle Forze navali del Comando Africa”.
Sul ruolo di coordinamento da parte del JFC Naples, il sottosegretario Alfano ha dichiarato invece che: ”l’esercitazione sarà guidata dal Joint Force Command Brunssum (Olanda) e non dal Joint Force Command di Napoli”.
Dai promotori dell’appello la Trident Juncture viene descritta come una operazione che contribuirà a far degenerare i rapporti dei paesi euro-atlantici con la Russia, ponendo così, le premesse per un nuovo conflitto di portata mondiale: ”Una provocatoria stretta militare sulla Russia che, insieme alle pressioni sulla Cina con il dispiegarsi di mezzi militari nel Mar Cinese, aumenta il rischio di uno scontro diretto tra grandi potenze, portandoci dritti ad un nuovo conflitto militare internazionale. ”
Numerosi focolai di protesta sono nati anche negli altri Paesi in cui si svolgerà l’esercitazione.