di Marco Passero
In Francia, durante il periodo della prima guerra mondiale, era possibile revocare la nazionalità ai francesi originari di paesi considerati nemici, e provvedimenti del genere divennero molto frequenti soprattutto negli anni del secondo conflitto mondiale. Nell’immediato secondo dopoguerra, invece, queste norme furono abrogate, e la legge introdotta nel 1945 per disciplinare la revoca della cittadinanza prevede due condizioni: si può revocare solo una cittadinanza “acquisita” e a patto che, dopo la revoca, il cittadino non diventi un apolide.
Il motivo per cui la cittadinanza può essere revocata è l’essere stato condannato per un crimine o un delitto che costituisca una minaccia agli interessi fondamentali della nazione (tradimento). Lo scorso 11 febbraio è stata però introdotta una novità di straordinario rilievo: l’Assemblea nazionale francese ha approvato un progetto che modifica la costituzione. Il parlamento francese – con 317 voti favorevoli, 199 contrari e 51 astensioni – ha adottato il progetto di legge presentato dal governo in seguito agli attentati del 13 novembre 2015. Il presidente Hollande si è schierato in prima linea volendo a tutti i costi questa riforma, la quale prevede l’inserimento nella costituzione di una modifica delle modalità di attuazione dello stato d’emergenza e della revoca della cittadinanza per chi compie crimini di stampo terroristico. Una pratica del genere è già prevista in altri paesi del mondo, ma non è necessariamente posta in essere da una legge, o comunque è spesso riservata a chi possiede due passaporti. L’attuale progetto francese vorrebbe invece rendere possibile la revoca per le persone che hanno la doppia nazionalità e sono nate in Francia, senza più focalizzarsi esclusivamente sulla cittadinanza acquisita. Inoltre, per evitare una demonizzazione dei cittadini francesi con doppio passaporto, il progetto si propone di rendere possibile la revoca della nazionalità anche a un francese che non abbia altri passaporti: per ora l’esecutivo ha eliminato ogni riferimento alla doppia nazionalità, rinviando a una legge successiva le condizioni di applicazione di tale riforma costituzionale. Non mancano coloro che si oppongono al fatto che questa legge abbia rango costituzionale, ritenendo che una modifica del codice civile possa essere più che sufficiente.
Quanto ad altri paesi, in Germania la revoca della nazionalità non è assolutamente prevista, mentre nel Regno Unito può già essere applicata a tutti i cittadini condannati per terrorismo, spionaggio, criminalità organizzata o reati di guerra, così come negli Stati Uniti laddove si commettano atti di tradimento contro il proprio paese o ci si arruoli nell’esercito di un paese nemico. In molti altri Stati la revoca è riservata a chi detiene il doppio passaporto. I tedeschi, così come l’Italia, autorizzano al massimo una rinuncia volontaria alla nazionalità, ma non la revoca, non permessa neppure in Giappone, Svezia, Finlandia, Croazia, Serbia e Portogallo tra gli altri.