Sulla scia polemica dell’esclusione di attori neri dalle nomination, stemperata dall’ironia dello showman Chris Rock, la notte degli Oscar si è svolta con brio e leggerezza, con molte conferme e qualche sorpresa. Il miglior film dell’anno è “Il caso Spotlight”, brillante film-inchiesta su un atroce caso di pedofilia avvenuto a Boston, che si aggiudica anche (e soltanto) il premio per la miglior sceneggiatura originale. Il grande favorito della serata, “Revenant”, a fronte di 12 nomination, porta a casa tre statuette: miglior regia (seconda consecutiva per Alejandro Gonzàlez Iñarritu), miglior fotografia (terza consecutiva per Emanuel Lubezki) e, a furor di popolo, il miglior attore protagonista, un Leonardo DiCaprio forse mai così bravo nell’interpretazione sanguigna ed estrema di un uomo in lotta con la vita e la natura. Sia il regista messicano che il divo pronunciano discorsi importanti, chi sulle minoranze di razza ed etnia, trascurate dal cinema e dall’America tutta, chi sulla minaccia climatica che incombe sul pianeta. Grande protagonista della serata è il blockbuster “Mad Max: Fury Road”, reboot del franchise di George Miller, che si aggiudica ben sei statuette, come si suol dire “tecniche”: montaggio, montaggio sonoro, mixaggio sonoro, costumi, scenografia e trucco. Trionfa come attrice protagonista Brie Larson nel film “Room” (in uscita in Italia il 3 marzo), come non protagonista la svedese Alicia Vikander nel suo dolente ruolo in “The Danish Girl”. “Il ponte delle spie” di Spielberg porta a casa la statuetta del miglior attore non protagonista, il bravissimo Mark Rylance, che sbaraglia la concorrenza di Tom Hardy (“Revenant”) e del redivivo Sylvester Stallone di nuovo candidato quarant’anni dopo nel suo ruolo cult di Rocky Balboa, nell’ennesimo capitolo della serie, “Creed”.
Insomma, l’Academy quest’anno ha voluto accontentare un po’ tutti, storie diverse e anche visioni di cinema opposte: dal film inchiesta spoglio e asciutto, al blockbuster esagitato e cinetico, al western moderno e contemplativo, passando per le immancabili storie vere e vicende storiche, nel segno di un cinema sempre più multiforme e sempre capace di rinnovarsi.