di Mattia Papa
Il 29 maggio è partita la consultazione nazionale studentesca per i nuovi diritti degli studenti, promossa dall’Unione degli Studenti, associazione nata nel 1994, presente in oltre novanta territori in tutta Italia e, insieme a Link Coordinamento Universitario, parte della Rete della Conoscenza, il network dei soggetti in formazione.
La campagna si chiama STIAMO DIRITTI – Students’ (R)evolution, nata dall’esigenza di “non abbassare la testa – scrivono gli studenti nella presentazione della campagna –, di non assistere passivamente alla drastica contrazione della democrazia, ma di dare il via a una stagione di riaffermazione dei nostri diritti”: a partire dalle lotte degli ultimi anni contro la distruzione dell’istruzione pubblica, dalla riforma Moratti alla Gelmini, la campagna si pone come risposta all’approvazione de La Buona Scuola del Governo, contro quindi ad un “attacco – scrivono – senza precedenti ai nostri diritti e alla nostra possibilità di partecipare attivamente nei luoghi della formazione”.
“Nella prima fase della campagna – continua la nota – proveremo ad intercettare le opinioni e i suggerimenti di chi vive il mondo della scuola, ci confronteremo sull’attualità dei diritti sanciti nello Statuto degli studenti e delle studentesse e proveremo ad immaginare soluzioni per vedere riconosciuti diritti di cui sentiamo l’esigenza ma che ad oggi non sono ancora sanciti”.
Nella seconda fase, invece, il frutto delle consultazioni sarà tradotto in termini di proposte, che saranno a loro volta poi riproposte per una consultazione aperta. Infine, nella terza fase, verrà scritto un nuovo Statuto degli studenti e delle studentesse, “per conquistare un nuovo protagonismo nelle scuole e nelle nostre città”.
“Non siamo disposti a rimanere prigionieri di un modello di scuola che ci impedisce di diventare soggetti portatori di diritti e consapevoli” scrivono gli studenti. E concludono: “Consapevolezza, conoscenza e partecipazione sono i nostri strumenti a disposizione per riprenderci il protagonismo nelle scuole e per stare diritti!”.