di Marco Passero
Donald Trump era il candidato del partito repubblicano ufficiosamente già da maggio, da quando tutti i suoi sfidanti si erano ritirati dalle primarie e lui aveva ottenuto la maggioranza assoluta dei delegati. Nei giorni scorsi, durante la seconda giornata di lavori alla <>convention del Partito Repubblicano statunitense, i delegati hanno nominato formalmente l’imprenditore miliardario candidato del partito.
Ora è stata la volta anche dei democratici, anche in questo caso in occasione della seconda serata della convention, a Filadelfia. Nel pomeriggio di martedì si è tenuto il cosiddetto roll call>: il momento teatrale in cui le delegazioni di tutti gli stati, una per una, prendono la parola e dichiarano come voteranno i loro membri in base ai risultati delle primarie. Hillary Clinton è ufficialmente candidata alla Casa Bianca. Terminato il conteggio, è risultato che il voto dei quindici delegati del South Dakota ha fatto raggiungere all’ex segretario di Stato la soglia necessaria per la garanzia matematica della nomina (2382). Si tratta di un avvenimento storico senza mezzi termini, poiché la Clinton è la prima donna nella storia degli Stati Uniti a correre per la Casa Bianca.
Diversi, intanto, i segnali di endorsement arrivati per la Clinton. Michelle Obama e Bernie Sanders hanno cercato di fare fronte comune per contribuire a unire il partito democratico dietro la Clinton. La first lady ha offerto un sostegno forte e incondizionato, elogiando la candidata e accogliendo un’infinità di applausi. Dopo gli otto anni dell’amministrazione Obama gli Stati Uniti hanno bisogno di una continuità che, tanto sul fronte interno quanto in politica estera, solo Hillary Clinton potrebbe garantire. Sanders, dal canto suo, è stato accusato da Trump per aver “abbandonato la sua rivoluzione a favore della Clinton”; l’ex candidato democratico, uscito dunque sconfitto, ha cercato di calmare i suoi sostenitori per convincerli “a non fare muro contro Hillary”.
Il discorso più importante e atteso della convention era quello dell’ex presidente Bill Clinton, marito di Hillary e noto formidabile oratore: le sue parole a favore di Obama nel 2012 sono ricordate ancora come un momento decisivo di quella campagna elettorale. Bill Clinton ha costruito il suo argomento raccontando le cose fatte e ottenute dalla moglie, scendendo anche nei particolari delle riforme e delle politiche. Per i prossimi giorni sono attese parole importanti: mercoledì sera tocca a Tim Kaine, il candidato alla vicepresidenza dei democratici, ma soprattutto a Barack Obama e Joe Biden. La Clinton in persona, invece, chiuderà la convention giovedì sera.