di Gabriele Borghese
Net neutrality è il principio secondo cui tutti i dati che passano attraverso internet sono uguali. Ciò vuol dire che qualsiasi utente, pagando una tariffa base alla compagnia (Internet Service Provider) che sceglie, accede a tutti i servizi di Internet. L’azienda che vende la connessione non può avere nessun controllo sulla velocità della trasmissione dei dati in relazione ai contenuti e ai siti consultati. Tutto il traffico Internet viene trattato allo stesso modo, senza corsie preferenziali.
Il 30 agosto sono state varate dal BEREC (Body of European Regulators for Electronic Communications), l’organo europeo che si occupa delle comunicazioni elettroniche, nuove guidelines che sanciscono la salvaguardia della neutralità della rete. Per la stesura del documento il BEREC ha tenuto incontri dal dicembre 2015, che si sono conclusi con sei settimane di consultazione pubblica nel luglio di quest’anno. La partecipazione è stata larghissima, quasi 500’000 contributi sono giunti agli uffici del BEREC, da società civile, istituzioni pubbliche ed esperti indipendenti. Nell’Articolo 1 del documento si legge: “Questo regolamento mira a stabilire regole comuni per tutelare in modo equo e non discriminatorio il traffico nella fornitura di servizi di accesso e i diritti degli utenti finali. Ha lo scopo di proteggere gli utenti finali e allo stesso tempo, di garantire il continuo funzionamento dell’ecosistema di Internet come motore di innovazione”. E ancora all’Articolo 3: “Gli utenti finali hanno il diritto di accedere e distribuire informazioni e contenuti, di usare e fornire applicazioni e servizi, di utilizzare gli apparecchi terminali di loro scelta, a prescindere dalla posizione dell’utente o del provider, dell’origine o della destinazione dell’informazione, di quale sia il contenuto, l’applicazione o il servizio, nel corso del loro accesso a internet”.
Le nuove linee guida tentano di correggere le norme varate dal Parlamento Europeo durante l’inverno dello scorso anno e negli anni precedenti. Tali norme avrebbero comunque permesso ai gestori telefonici di violare attraverso scappatoie legislative i principi dell’open internet. Senza la neutralità della rete i gestori finirebbero per avere un potere discrezionale sul traffico dati, consentendo pratiche di “prioritizzazione” a tariffe più elevate. Coloro che si oppongono all’open internet sono infatti i maggiori fornitori di servizi ISP, le aziende multinazionali che si occupano di telecomunicazioni.Ma il problema non è soltanto europeo. Negli Stati Uniti il caso era stato oggetto della Federal Communications Commission, l’agenzia governativa indipendente che regola il sistema delle comunicazioni (sul tema intervenne anche il Presidente Obama). A febbraio 2015 la FCC si era già pronunciata a favore della net neutrality, soprattutto in seguito alle pressioni che sono arrivate dal movimento Save the internet che ha raccolto mezzo milione di petizioni a favore della libertà e neutralità di internet.
Tra i moltissimi sostenitori della neutralità della rete c’è anche uno dei padri fondatori del World Wide Web, l’informatico inglese Tim Berners-Lee.