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FARC e governo colombiano trattano un nuovo accordo di pace

Articolo #64 - FARC e governo colombiano trattano un  nuovo accordo di pacedi Marco Passero

Lo scorso giugno il governo colombiano aveva raggiunto un accordo con le FARC (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia). Si era trattato un accordo storico – valso il Nobel per la pace al presidente colombiano José Manuel Santos – per cercare di porre un freno alle scorribande dell’organizzazione guerrigliera fondata nel 1964 e a più di cinquant’anni di guerra civile.
Al momento dell’annuncio dell’intesa, Santos l’aveva definita “la migliore possibile”, ma l’esito del referendum del 2 ottobre ha spento molti entusiasmi. I colombiani hanno infatti respinto l’accordo e i “negoziatori” sono tornati a trattare.
Il governo ha deciso di apporre ben cinquecento modifiche, presentate alle FARC. Dal canto loro i guerriglieri, scoraggiati dal risultato del referendum, le hanno accettate quasi tutte sottolineando, nelle parole del loro capo negoziatore Iván Márquez, di “aver compreso l’importanza di cambiare per ottenere un consenso più ampio e tenere conto anche delle richieste di chi non ha partecipato ai colloqui”. Márquez ha dichiarato che le FARC sono pronte a dichiarare e a consegnare tutti i loro beni (accumulati in decenni di traffico di droga, estorsioni ed estrazioni illegali di minerali), che saranno usati per risarcire le famiglie delle vittime del conflitto. In base all’accordo la mancata consegna del “bottino” priverebbe i ribelli dei benefici previsti dal sistema di giustizia di transizione. Un’altra novità importante riguarda il trattamento dei capi guerriglieri responsabili di crimini di guerra, trattati senza la dovuta severità secondo i critici dell’accordo precedente: stavolta si riduce l’autonomia del tribunale di concedere libertà condizionata, stanziando i condannati in aree di smobilitazione. Un tribunale speciale giudicherà soldati e poliziotti ma non sarà attivo a tempo indeterminato; verrà sciolto dopo dieci anni e tutte le denunce dovranno essere presentate entro i primi due anni dall’entrata in vigore dell’intesa. L’accordo non sarà incluso nella costituzione, come volevano le FARC per tutelarlo da eventuali modifiche. È prevista la possibilità di permettere ai guerriglieri di deporre le armi e partecipare alla politica in modo legale, allo scopo di garantire l’eleggibilità dei ribelli alle cariche pubbliche dopo la smobilitazione e il disarmo.
Santos spera di legittimare il Nobel ricevuto concludendo definitivamente l’accordo in tempi brevi. Per farlo potrà scegliere tra un altro rischioso referendum o la decisione di sottoporre la nuova intesa solo al voto del parlamento, dove ha la maggioranza.