di Marco Chiappetta
TRAMA: 2013 – Edward Snowden (Joseph Gordon-Levitt), ventinovenne consulente informatico della National Security Agency, si isola in una stanza d’albergo a Hong Kong e rivela alla documentarista Laura Poitras (Melissa Leo) e a due giornalisti del Guardian – Gleen Greenwald (Zachary Quinto) e Ewen MacAskill (Tom Wilkinson) – i programmi segreti di sorveglianza informatica indebitamente attuati dal governo statunitense per spiare non solo i terroristi e gli individui sospetti, ma tutti i cittadini americani. Snowden rievoca gli inizi della carriera, il suo patriottismo e la sua graduale disillusione verso il proprio governo, la travagliata relazione con Lindsay (Shailene Woodley), la scoperta della propria epilessia e il dilemma etico e professionale tra prestare un servizio seppur illecito alla patria oppure illuminare l’umanità sui torti che subisce a sua insaputa, tra diventare un traditore oppure un eroe.
GIUDIZIO: Costruito quasi come un thriller e raccontato con la forma convenzionale del flashback, il film di Oliver Stone rielabora la vicenda privata e pubblica di Edward Snowden, già al centro del documentario premio Oscar “Citizenfour” (2014) di Laura Poitras, rendendola accessibile e romanzata a un grande pubblico, con uno stile dinamico, dialoghi fortunatamente semplificati sul tema astruso dell’informatica e una notevole empatia col suo protagonista per il sacrificio che ha fatto della sua libertà, della sua sicurezza, della sua coscienza, ma anche dei suoi affetti. Ne risulta un’opera convincente e appassionante, dal grande respiro narrativo, e con un fortissimo spirito di denuncia tipico del regista, pienamente a suo agio se si tratta di criticare le nefandezze del suo governo. Complice anche la progressiva invadenza delle tecnologie nella nostra esistenza, il film è per più di un motivo attualissimo e l’apparizione finale del vero Snowden ci ricorda che purtroppo non è solo un film.
VOTO: 3/5