di Marco Chiappetta
TRAMA: Elia Venezia (Toni Servillo), rinomato psicanalista ebreo di Roma, disinteressato ai suoi pazienti e annoiato dalla vita, si trova costretto a combattere stress e pressione alta con l’esercizio fisico che la sua pigrizia gli ha sempre precluso. Affidandosi alle “cure” dell’eccentrica personal trainer spagnola Claudia (Veronica Echegui), Elia allena oltre al corpo anche il carattere, iniziando a lasciarsi andare, a guardare con più maturità i suoi limiti e a capire che la gelosia nei confronti dell’ex moglie Giovanna (Carla Signoris), ora sua vicina di casa e amica, è segno di un amore mai finito. Intanto però, sarà Claudia a coinvolgerlo nelle turbolenze della sua vita scombinata, tra una bambina nera (Odette Adado) e un ex fidanzato galeotto, Ettore (Luca Marinelli), pronto a tornare con tutta la sua irruenza psicopatica.
GIUDIZIO: Brioso, allegro, leggero ma non privo di profondità intellettuale, il film di Francesco Amato è una commedia gradevolissima, ricca di situazioni paradossali, impreviste sviate noir e battute rapide quanto intelligenti, disegnata su misura su uno straripante Toni Servillo, ottimo e misurato anche nel registro prettamente comico, sarcastico e assai abile nel dare personalità a un riuscito compendio di stereotipi sulla psicanalisi e sull’essere ebreo (con echi, ovviamente, a Woody Allen). La coralità attorno a lui rende la storia multiforme e vasta come un mosaico, ma le felici scelte di casting – la sorprendente Veronica Echegui, il solito Luca Marinelli nelle vesti di uno schizoide, la vivace Carla Signoris – riescono a mantenere ordine nell’assetto narrativo e a dare a ogni personaggio un’identità e un’ironia convincenti. Nel panorama italiano del genere, un film piacevolmente diverso, lontano da huis clos teatrali, cellulari, precarietà, corna e trivialità.
VOTO: 3/5