di Mattia Papa
L’impervio percorso per l’accesso all’insegnamento e il sostituto del TFA, il FIT, iniziano a ricevere i primi segnali di chiarimento. Lunedì 26 giugno gli studenti di Link Coordinamento Universitario – come scrivono in una loro nota – hanno incontrato il Capo Dipartimento Università del MIUR Marco Mancini e Maria Letizia Melina, Direttore generale per lo Studente, lo Sviluppo e l’Internazionalizzazione della formazione superiore, sottoponendo loro il documento prodotto il 31 maggio scorso, e firmato con FLC CGIL, ADI e ADAM.
“Ci è stato – si legge nel comunicato – confermato che il decreto sarà pubblicato entro fine mese e che è già stata elaborata una bozza che tiene conto delle nostre richieste sui 24 CFU rispetto alla fase transitoria”. Il testo del MIUR, infatti, prevedrà una maggiore possibilità di scelta dei CFU per accedere al percorso.
“Ancora incerta – aggiungono – è invece la situazione rispetto alla questione del costo: il Ministero sta lavorando a fissare un limite massimo di costo e criteri di progressività ed esenzioni sulla base del reddito ISEE: noi abbiamo chiesto che i 24 CFU possano essere conseguiti in un semestre aggiuntivo gratuito o acquisiti gratuitamente dopo la laurea, per tutti coloro che sono già laureati o in procinto di laurearsi”.
Gli studenti inoltre chiedono che per il conseguimento dei 24 CFU siano garantiti i servizi del diritto allo studio, poiché in molte e molti sarebbero costretti a prolungare o il proprio percorso formativo in vista del conseguimento dei suddetti CFU, oppure dovrebbero sostenere gli esami singoli pagando profumate tasse per gli “esami singoli”.
Ma gli studenti, comunque, continuano: “le risposte non sono ancora sufficienti; chiediamo che, non solo vengano chiarite ulteriormente le modalità di acquisizione dei 24 CFU e il loro costo, ma che si faccia chiarezza al più presto sulle modalità d’esame e di valutazione della seconda prova, quella che verterà appunto sulle materie di ambito didattico, psicologico, pedagogico e antropologico. Sarebbe assurdo se il MIUR definisse una rosa ampia di CFU per il conseguimento di questi 24 CFU senza indicare quali esami sarebbero poi davvero utili ai fini del superamento della II prova del concorso per accedere al FIT”.
E dopo aver ribadito “la necessità di prevedere una rappresentanza studentesca all’interno della Conferenza Nazionale per la formazione iniziale e l’accesso alla professione docente, per garantire e tutelare tutti gli studenti che parteciperanno al percorso FIT”, sottolineano quanto è necessario che “il Ministero faccia al più presto chiarezza su tutti questi aspetti e che dia risposte concrete a tutti quegli studenti e quei neolaureati che aspettano da anni la definizione chiara di un percorso di accesso all’insegnamento, che tuteli la dignità di tutti coloro che vogliono accedere a questa professione”.