di Marco Chiappetta
TRAMA: Los Angeles, 2049 – K (Ryan Gosling), poliziotto della LAPD e cacciatore di replicante, pur essendone lui stesso uno, scopre la prova inconfutabile che questi possono riprodursi e intanto, interrogandosi sulla propria memoria e la propria identità, conduce un’indagine personale, ostacolata dallo staff di Niander Wallace (Jared Leto), industriale di replicanti e schiavista, fino a rintracciare il “blade runner” Rick Deckard (Harrison Ford), scomparso da trent’anni insieme a una serie di segreti.
GIUDIZIO: Epico e ambizioso sequel di “Blade Runner” (1982) di Ridley Scott, capolavoro della fantascienza e iconica pietra miliare della storia del cinema, ne è a suo modo un aggiornamento, non tanto nella narrazione – che attraverso il personaggio di Deckard e la sua love story si riconnette al prototipo – ma nei temi filosofici (la memoria e l’identità, vere o artificiali) e nell’estetica, magistrale e personalissima, che gli ha dato il suo nuovo autore Denis Villenuve. Il film è tutto suo, nel ritmo contemplativo, nel racconto sonoro (fenomenale l’apporto musicale di Hans Zimmer e Benjamin Wallfisch, simile al loro lavoro su “Dunkirk”), nelle atmosfere rarefatte e oniriche di questo mondo nuovo allucinato, alienato e in decadenza. Pur non essendo travolgente e originale come il prototipo, rispetto al quale manca di autentico calore e di dinamismo narrativo, è un eccellente “blockbuster d’autore”, lirico e spettacolare a un tempo, astratto ma visivamente compiuto, tanto distopico e cupo, quanto visionario e suggestivo. Tra ologrammi, amori surrogati, implacabili viste aeree, megalopoli e deserti, il film è un tripudio di inventiva e regia allo stato puro, un’esperienza più che un esercizio di stile, a cui concorrono effetti speciali strabilianti e i virtuosismi miracolosi della fotografia di Roger Deakins (sarà Oscar almeno quest’anno?). Come film a sé stante vale sicuramente il prezzo del biglietto (e persino di due visioni), ma come sequel di un classico i dubbi sulla sua ragion d’esistere – fuor di speculazione monetaria e post-moderna – sono più che valide.
VOTO: 3,5/5