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Capodanno “a piedi”: trasporto pubblico assente per una Napoli bloccata tra Sindaco e sindacati

sciopero-bus-anm-e1509324513957-650x412di Mattia Papa

Com’è consuetudine, anche quest’anno si terrà, in Piazza del Plebiscito, il concerto organizzato dal Comune di Napoli. Oggi infatti, oltre i fuochi d’artificio dal Castel dell’Ovo all’1.30 e la discoteca all’aperto, si esibiranno molti artisti del panorama partenopeo (Terroni uniti, Capitan Capitone, Sal da Vinci, etc.) dalle ore 20.30.
Il 31 dicembre, come è altrettanto consuetudinario, è occasione dei litigi politici e degli attacchi più o meno trasversali tra le parti. Infatti, è poco noto, almeno per chi non ha dimestichezza con il trasporto pubblico e con le periferie della città di Napoli, ma tutta la zona periferica di Napoli collegata con la Cumana (EAV) è sempre obbligata a muoversi con trasporto privato per raggiungere il Centro della città, essendo la Cumana chiusa durante la notte del 31 dicembre.
Quest’anno invece, su richiesta del Comune e con l’impegno della Regione e dell’EAV stessa, la Cumana sarà aperta. Ma i sindacati dei lavoratori ANM annunciano che sarà l’azienda di trasporto principale della città che non attiverà corse aggiuntive durante la notte “per assenza di finanziamenti per gli straordinari dei lavoratori”.
Pare, dichiara il consigliere comunale Luigi Felaco (deMa), che invece “i finanziamenti ci sono” e questo è “solo un attacco all’amministrazione De Magistris” da parte dei sindacati, ora che si avvicina il periodo più acceso della campagna elettorale.
Dello stesso avviso, anche se meno esplicito, l’Assessore al Bilancio del Comune Enrico Panini, che su Facebook scrive: “Il massimo della mediazione è stata individuare, nel verbale conclusivo della riunione in Prefettura, non sottoscritto dal Comune di Napoli, una frase che recita che i sindacati, ‘sostanzialmente’, non sono contrari ad un interpello fatto dall’azienda teso a chiedere ai lavoratori la disponibilità ad offrirsi volontariamente per la copertura del servizio notturno mediante pagamento dello straordinario. Temendo una botta di sinistra in questa muscolare affermazione, gli stessi rimandano – nel verbale – ai singoli lavoratori l’adesione o meno all’interpello aziendale”.
È il Sindaco a ribadire che i finanziamenti per il pagamento degli straordinari “ci sono”, nelle dichiarazioni ai giornali sul Canale TV del Comune di Napoli. Una scelta, quindi, quella dei sindacati di non garantire la presenza dei lavoratori “che rispettiamo ma che non comprendiamo” dice De Magistris. Soprattutto perché il tema del trasporto pubblico durante il 31 dicembre avvicina tutte le istituzioni che ritengono la presenza del trasporto pubblico “fondamentale – così De Magistris – per la sicurezza in città durante la notte del primo dell’anno”.
C’è da ricordare però che, al di là della dialettica tra parti sociali e politica, tra istituzioni e sindacati, esistono due ordini di problemi: il primo, la residenzialità e la disattenzione dell’amministrazione comunale rispetto alle periferie, in conflitto quindi con le zone più centrali della città, e il disagio sociale che certo con difficoltà e non solo per via del trasporto può essere risolto e su cui poche sono le soluzioni ancora messe in campo dal Comune; il secondo, i trasporti pubblici a Napoli avvertono – sia dal fronte dei viaggiatori che dei lavoratori – enormi carenze su cui si spera l’incontro con i Sindacati e la Prefettura di qualche ora fa abbia almeno chiarito i punti fondamentali per far ripartire l’ANM.
Nessuno si nasconda dietro il dito delle mancanze dell’altro, potrebbe essere un buon suggerimento per i propositi del prossimo anno per tutte le realtà sociali e politiche della città. Possibilmente, proprio da un’amministrazione che predica e viene sostenuta da ampia parte delle realtà sociali della città, e dai sindacati, ci si dovrebbe aspettare una maggiore attenzione sugli aspetti sociali e gli interessi della popolazione partenopea intera, non incentivare il dissenso e facendo crescere fasce di intolleranza. Di quella, il nuovo anno, rischia di averne, in tutto il mondo, fin troppa senza il loro contributo.