di Mattia Papa
Oggi, ore 19 presso l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, programmato nell’ambito della rassegna “Il teatro della filosofia”, si terrà l’evento intitolato “La doppia barbarie”. L’evento prevede una lectio di Maurizio Cambi – professore di Storia della filosofia presso l’Università degli Studi di Salerno – su Il naufragio della “pietas” tra zattere e utopie, e un teatro-reading, Il buio sulla zattera, scritto e diretto da Rosario Diana (Istituto per la Storia del Pensiero Filosofico e Scientifico Moderno – Cnr), con scenografia di Paolo Prota (Accademia di Belle Arti di Napoli).
“Il Teatro della filosofia – spiega Rosario Diana, co-organizzatore dell’evento e regista del teatro-reading Il buio sulla zattera – è una particolare sezione del programma di attività dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, che prova a rispondere ad un modo di concepire la comunicazione filosofica mirato a potenziare, attraverso le arti audiovisive, la collocazione pubblica dei saperi umanistici, la cui disseminazione può essere strumento per promuovere la crescita personale e sociale dei singoli individui”.
L’idea nasce dall’incontro fra l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, l’Accademia di Belle Arti di Napoli – nella persona di Paolo Prota – e Rosario Diana, ricercatore presso l’Istituto per la Storia del Pensiero Filosofico e Scientifico Moderno del Cnr.
Il Teatro della Filosofia è però anche un “ambiente” opportunamente attrezzato per l’esecuzione pubblica di performance disseminative, progettato e realizzato da Paolo Prota e dalla sua Scuola di Scenografia presso l’Accademia, con la collaborazione di Rebecca Carlizzi, Raffaella Rota, Marianna Russo.
Di cosa si parlerà stasera dunque? “L’appuntamento è dedicato appunto a due forme di declinazione della barbarie umana ritornata e ritornante: la chiusura egoistica di chi non ha nulla e quindi nulla può dare all’altro e quella di chi – pur avendo tutto o comunque molto – nulla è disposto a donare”, spiegano nella loro nota stampa gli organizzatori.
“Il buio sulla zattera è appunto un’opera di teatro-reading filosofico – continuano –, ispirato al quadro di Théodore Géricault, La zattera della Medusa (1819). Cosa successe su questa imbarcazione di fortuna nei giorni della deriva che suscita il nostro interesse? Quando sulla zattera della Medusa cala la notte, l’essere dell’uomo mostra il suo lato più tenebroso. Come un’infezione, il buio circostante contagia le menti dei naufraghi e le ottunde. Ha gioco fin troppo facile. Il confine fra la vita e la morte è reso spaventosamente più palpabile nella sua porosità dal peso sproporzionato del carico rispetto alla portata della traballante imbarcazione: il che costringe i malcapitati ai bordi a viaggiare semisommersi dalle acque agitate dell’oceano”.
Tutto ciò fa della zattera della “Medusa”, attraverso il racconto di Corréard e Savigny, “uno straordinario laboratorio ‘reale’ per la riflessione morale”.