di Chiara Maria Elena Ostuni
Si è tenuta a Città della Scienza, l’11 novembre, la conferenza di inaugurazione di “Futuro Remoto”. La presentazione è iniziata con la visualizzazione di un video su Bagnoli, “luogo di lavoro, di sogni e di futuro”. Nel video sono stati mostrati, anno dopo anno, tutte le tappe fondamentali dello sviluppo del museo scientifico napoletano, dalla fondazione dell’associazione Idis del 1987 fino ad oggi.
Dopo la visione del video il direttore della fondazione Idis, Luigi Amodio, ha presentato i vari relatori della serata.
Il primo a parlare è stato Vittorio Silvestrini, presidente della fondazione Idis, il quale ha tenuto un commovente discorso su come Città della Scienza sia stata centro importante di stimolo culturale.
Ha parlato di come adesso gli uomini considerano la cultura, vista non più come bene primario, ma considerata un lusso, un’eccedenza.
Subito dopo ha preso la parola Carlo Fornaro, della Telecom Italia, che ha presentato un progetto dell’azienda di telecomunicazioni: “Future Lab”.
Il progetto ha in programma di preimpostare una carta elettromagnetica che, se appoggiata su sensori di prossimità, permetterebbe di far azionare i sistemi elettronici casalinghi (tv, lavatrice, computer etc.). E tutto ciò non è semplice utopia.
Eccezionalmente, prima di dare la parola agli ospiti d’onore, è salita sul palco Roberta Quaranta, una lavoratrice di Città della Scienza per esporre i problemi dei lavoratori. Questi, per tre mesi, non hanno recepito gli stipendi e ancora non sono stati erogati i fondi dovuti alla Città della Scienza, che ora rischia di chiudere.
Successivamente, hanno parlato Alexey Rozanov, direttore dell’Istituto di Paleontologia Borissiak dell’Accademia Russa delle Scienze di Mosca, che ha portato dodici scheletri di mammut messi poi in esposizione.
Infine, il matematico e divulgatore Piergiorgio Odifreddi ha tenuto un discorso intitolato “Il posto dell’Uomo nell’Universo e sulla Terra”.
Partendo dall’antica Grecia, passando per Roma, toccando Giordano Bruno, Galileo Galilei fino ad arrivare a noi, è a concludere con una citazione di Vladimir Vladimirovič Nabokov: “La psicanalisi è il sistema di cure che consiste nel spalmarsi i miti greci sulle parti intime”.
Conclusa la conferenza è iniziata la mostra.
Prima vi è stata una dimostrazione di “Future Lab”, chiunque avesse voluto, poteva preimpostare una carta magnetica e testare di persona l’esperimento. Ed ecco poi arrivare la ciliegina sulla torta della serata. I veri protagonisti di quest’edizione di Futuro Remoto.I dodici intatti scheletri di mammut. Gli scheletri sono perfettamente conservati, rimasti intatti per secoli, e sono di tutte le dimensioni. Questi sono un importante testimonianza dell’evoluzione della specie animale sulla terra ed è una fortuna avere la possibilità di poterli ammirare e, per chi ha passione e competenza, poterli studiare e analizzare. Così da valutare il futuro tramite il passato.
Assieme ai rigidi scheletri, vi erano riproduzioni veritiere di un mammut e di altri animali del suo tempo, come la tigre dai denti a sciabola o il leone delle caverne.
Nonostante i problemi Città della Scienza non ha rinunciato alla sua funzione di promotrice della cultura e della scienza.
La mostra si concluderà il prossimo 28 novembre. In quest’arco di tempo si potranno assistere a incontri, conferenze, inaugurazioni e proiezioni di film e documentari.
Futuro Remoto è una perfetta occasione per visitare Città della Scienza, ma non è l’unica.
Spesse volte, non si comprende la fortuna di avere qui a Napoli un centro scientifico di tale importanza.
Eppure mi tornano alla mente alcune parole di un anonimo, che dicevano: “Ama la cultura, adorala, lusingala. Ti dimostreranno che non serve a niente. E’ quello il momento in cui si mostrerà divina.”