di Mattia Papa
Il 24 marzo la Rete STOP Biocidio invita tutti alla mobilitazione. L’appello è chiaro dichiara subito le sue intenzioni: “Sfiduciamo dal basso il governo De Luca”. L’appello è rivolto a tutti i comitati, le realtà di base, le associazioni, le organizzazioni politiche e sindacali e i cittadini “che hanno a cuore il destino della nostra terra”, si legge nel testo dell’appello.
“Le elezioni del 4 marzo – scrivono gli attivisti di STOP Biocidio – hanno travolto i responsabili della devastazione del nostro territorio decimando il numero degli elettori del PD, sconfitto in tutti i collegi della regione. Nonostante questo De Luca resta saldamente al governo, minaccia i giornalisti che gli fanno domande, querela gli attivisti che lo contestano e addirittura chiede ritorsioni contro le lavoratrici e i lavoratori che non restano in silenzio durante le sue passerelle”.
Quegli stessi attivisti, lavoratori e lavoratrici che nelle ultime settimane hanno cavalcato lo scandalo che “grazie al coraggioso lavoro di inchiesta di giornalisti indipendenti da ogni condizionamento politico” ha fatto emergere “l’ennesimo complotto criminale che riguarda il nostro territorio”.
Fanno riferimento al reportage Bloody Money di Fanpage, gli attivisti, inchiesta in cui si mostra “la classe politica della Campania, tanto il centrodestra quanto il centrosinistra, disposta per l’ennesima volta a contrattare con le camorre e l’imprenditoria collusa per ottenere soldi e voti in cambio di appalti gonfiati o canali illegali relativi allo smaltimento dei rifiuti”.
In un paese civile, dopo le inchieste giornalistiche e della magistratura e dopo il disastro elettorale, la crisi di governo sarebbe inevitabile. E invece “Vincenzo De Luca – continuano – dimostra ancora una volta di considerare la Campania come un suo personale feudo, a scapito della legalità e del consenso cui dovrebbe sottostare chiunque sia incaricato dell’amministrazione del territorio”.
E d’altronde, “non serve ricordare che questo è l’ultimo capitolo di una storia lunga” passando dagli accordi tra politica ed ecomafie, alla retorica razzista antimeridionale con cui si è provato a mascherare l’annoso avvelenamento dei terreni campani, innalzando il tasso di mortalità e di tumori contro ogni tendenza nazionale ed europea. “Avevamo ragione – scrivono gli attivisti – quando dicevamo che i meccanismi emergenziali servivano a nascondere l’operato scellerato delle imprese incaricate di gestire il ciclo dei rifiuti. Avevamo ragione quando dicevamo che l’esercito, le leggi speciali, i commissariamenti servivano unicamente a sottrarre la nostra terra dal controllo popolare, dalla possibilità per la gente di vigilare su quanto accadeva e poter immediatamente denunciare gli abusi che venivano perpetrati”.
E quindi: “ora è il momento di tornare in piazza, in tante e tanti: perché se De Luca non si ferma davanti alle inchieste, alla magistratura, alle elezioni, dovrà necessariamente fermarsi di fronte ad un popolo che ha ancora il coraggio di pretendere verità e giustizia, ambientale e sociale”.
“Chiediamo solo una cosa: costruire una grande manifestazione che sappia dire una cosa semplice e forte: chi ha speculato sulla nostra vita deve andare a casa” concludono nell’appello.
Il concentramento è sabato 24 marzo, ore 15 a Piazza Mancini: “insieme possiamo farcela. Insieme possiamo riprendere in mano il nostro destino”.