di Roberto P. Ormanni
Appena giunto nella sala conferenze della Feltrinelli, Mimì De Maio imbraccia subito la sua chitarra, accompagnato al pianoforte da Mariano Bellopede. Non si perde in chiacchiere e, dietro al microfono, senza indugi, regala la sua musica alla platea intervenuta. “E la vita è un girotondo in cui trasformi ogni fermata in una meta”, canta Mimì. E i versi quasi sembrano spiegare che la presentazione del dvd, tratto dal concerto realizzato ad aprile, non è che un’altra fermata, un’altra meta, del percorso musicale dell’artista. Il suo primo album, “Gente, luci e zuccheri filati”, è stato pubblicato a gennaio di quest’anno, ma il viaggio di Mimì ha radici lontane: compone, infatti, sin da piccolissimo, nella sua casa, sotto l’influenza di papà e maestro Pino De Maio.
Per il giovane cantautore, il 2010 è stato un anno intenso, non senza sacrifici, ma neanche privo di soddisfazioni. Dopo l’uscita del disco, le campagne promozionali, gli showcase e la distribuzione del prodotto, ora arriva un altro passo in questo cammino.
“E’ un sogno per me presentare il disco alla Feltrinelli – dice Mimì – E ci tenevo a farlo perché è qui che sento fino in fondo il sostegno degli amici”.
Eppure il circuito del cantautore nasce interamente sul web. E’ la rete, infatti, che gli ha offerto appoggio e gli ha regalato una prima crescita. Più avanti, solo attraverso un’iniziativa propria, la creazione di un’etichetta discografica e un lavoro di auto-distribuzione Mimì è riuscito a fiorire e avanzare.
Boris Mantova, che modera l’incontro di presentazione, gli domanda se trova o ha trovato ostacoli ad andare avanti in questo modo. L’artista replica che la fatica c’è, ma aggiunge anche che “se ci sono le difficoltà, vuol dire che si è ambiziosi. Le frustrazioni sono una conseguenza dell’essere ambiziosi”. Non è una strada in discesa, “anche le grandi imprese” spiega Mimì “conoscono le ‘porte dei no’, ma io non mollo. Chi ha un sogno sin da giovane lo porta avanti con passione”. E se qualcuno gli chiede il motivo, risponde semplicemente che “la canzone non è nient’altro che un’esigenza. Fare musica vuol dire mettere su carta alcuni pensieri, alcuni momenti di vita”.
Alla Feltrinelli, Mimì offre un’eco di quello che era il cd e un’anticipazione di quello che sarà il dvd. Si concede, infatti, l’esecuzione di cinque brani (dei quali uno tratto da una poesia di Alessandra Giordano), eseguiti magistralmente mediante un piano armonico calibrato, composto da chitarra e pianoforte, ed una voce controllata, assoluta e appassionata.
In chiusura, Mantova compie, con De Maio, alcune riflessioni sull’attuale panorama musicale. Il giornalista, infatti, teme che le industrie discografiche non investano più sul nuovo perché questo non viene compreso. Sarebbe necessario, invece, scoprire, sostenere e aiutare nuove leve artistiche, quasi obbedendo al’immagine nata al concerto di aprile dell’artista napoletano, dove c’erano“giovani che andavano verso un giovane”.
Prima di salutare il pubblico, Mimì intona un’ultima canzone, che celebra “I romanzi ci insegnano che dobbiamo rischiare. Ma è la vita che in fondo ci lega a un filo sottile. Ora ho voglia di dare me stesso, di non risparmiare. Questa favola che sta iniziando è a lieto fine”.
E così Mimì è contento, nonostante gli affanni, perché ce l’ha fatta o almeno ce la sta facendo, e gli va bene così. Ha voglia di sognare, di andare avanti, di rischiare. Ha intenzione di continuare lungo la sua strada per scrivere la sua storia, che forse, oggi, può davvero apparire come una favola a lieto fine.