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Myazaki, tecnica brillante ma contenuto banale

di Marco Chiappetta

TRAMA: Marco Pagot, asso dell’aviazione italiana trasformatosi a causa di un incidente in un maiale antropomorfo, detto perciò Porco Rosso, vive lontano dalla vita mondana e dall’amore di Gina, bella cantante di un night-club, dando la caccia ai pericolosi pirati dell’aria. Dopo che il suo aeroplano è stato distrutto in uno scontro con il pilota americano Curtis, suo rivale amoroso, Marco lo ripara con l’aiuto della giovane meccanica Fio, e con lei parte alla ricerca del suo nemico per vendicarsene.
GIUDIZIO: Uscito nel 1992 in Giappone e giunto nelle sale italiane solo nel 2010, seppur proprio in Italia ambientato (un’Italia, va detto, immaginaria e geograficamente fantasiosa), questo anime di Hayao Myazaki, alla sua sesta regia per il cinema, al di là della spettacolarità e della sua bellezza cromatica vale ben poco: la trama è incerta e poco sviluppata, i personaggi non sono mai approfonditi né caratterizzati, tanto più che gli antagonisti sono risibili e il protagonista Porco Rosso (di cui non è permesso conoscere il passato, né l’incidente che l’ha mutato in maiale, né la storia d’amore con Gina) risulta poco interessante, in quanto psicologicamente inesistente. Per tutto il resto solo buchi narrativi, espedienti grotteschi e insensati, momenti morti e grossolanità quasi infantile: lo splendore tecnico non regge la banalità del contenuto.
VOTO: 2,5/5