di Roberto P. Russo
A Dublino, nel 2004, girando per i locali di Grafton Street, Damien Rice si è trovato di fronte una coppia di chitarristi dalle sonorità strabilianti: Rodrigo y Gabriela. Il duo, che ha rilanciato il flamenco sulla scena musicale moderna, ha iniziato così un tour facendo tappa in numerosi festival in tutta Europa, riscuotendo una valanga di applausi e il primo contratto con una grande casa discografica, la Rubyworks, che li porta il studio alla fine del 2004.
Nel 2005 esce l’album “Rodrigo y Gabriela”, il terzo del duo, ma il primo ad avere una distribuzione adeguata. Le classifiche parlano chiaro: primo nella classifica irlandese, lasciandosi dietro nomi importanti come Arctic Monkeys e Johnny Cash, la critica è entusiasta e il gruppo ottiene i primi riconoscimenti anche oltreoceano, grazie anche all’album “Live in Japan” del 2008.
Il tour di “Rodrigo y Gabriela” è valso alla band la partecipazione all’album “Nightmare Revisited”, una compilation di cover della celebre colonna sonora di “Nightmare before Christmas”, in cui figurano con una rivisitazione acustica di “Oogie Boogie’s song”; lo stesso anno partecipano anche alla compilation “Rhytms del mundo classics” affiancandosi ad artisti del calibro dei Buena Vista Social Club e Rolling Stones.
Incredibile a dirsi, ma i due hanno iniziato la loro carriera musicale suonando trash metal nel gruppo messicano “Tierra Acida”, che hanno poi abbandonato a causa del limitato spettro di espressione del genere, spostandosi verso il flamenco, senza rinnegare le basi da cui sono partiti, questi due “mostri” della chitarra hanno sviluppato un sound tutto loro, raffinando le melodie metal, mantenendo una base altamente tecnica, su cui hanno poggiato il calore della chitarra spagnola.
Il motivo del successo della band è presto detto: semplicità e perfezione nell’esecuzione, Gabriela alla chitarra ritmica crea una base che non è da relegare a semplice accompagnamento, i ritmi sincopati uniti alle percussioni sulla stessa cassa acustica della chitarra raggiungono livelli che pochi chitarristi di oggi possono raggiungere, Rodrigo è la melodia, sale e scende lungo le scale con una naturalità disarmante, miscelando sonorità dal metal all’ hard rock classico rivisitate in chiave spagnola, ciò che ne esce fuori è difficile da descrivere, vanno ascoltati.
Ciò che mi attira di più di Rodrigo y Gabriela è la loro versatilità, non c’è praticamente limite alla loro capacità di espressione. E’ bello trovare musicisti che investono tanto cuore in un’esecuzione da trasformare due sole chitarre in un orchestra; c’è anche da apprezzare l’alto livello di composizione, in grado di trasmettere così tanto senza bisogno di parole. Ogni pezzo è un susseguirsi di onde di calore, ed è impossibile non battere il tempo col piede.
La playlist della settimana:
1 Tim Buckley – Song to the Siren
2 Muse – Hysteria
3 Paolo Nutini – New Shoes
4 Bandabardò – Ubriaco Canta Amore
5 The Buzzcocks – Ever Fallen in Love?
6 Booker T & the MGs – Green Onions
7 Jimi Hendrix – Gipsy Eyes
8 Afterhours – Ballata per la mia piccola iena
9 The Darkness – Love is only a feeling
10 Radiohead – Idioteque