di Francesco Maselli
E’ previsto per oggi l’intervento nelle piazze italiane di centinaia di migliaia di studenti, medi ed universitari, contro i tagli disposti dal governo Berlusconi, per chiedere una scuola superiore ed un’università più giuste,più europee, che mettano lo studente al centro del loro rinnovamento. Si è parlato molto di questa nuova riforma,com’era successo con tutte le precedenti del resto. Vediamo nel dettaglio i provvedimenti presi dal ministro Gelmini che riguardano la scuola secondaria di secondo grado. Ecco a livello di piano di studio cosa cambia: la prima parte della riforma riguarda i licei che diventeranno sei; nel liceo classico,al biennio vengono accorpate storia e geografia in un’unica materia: geostoria,dunque dalle quattro ore a disposizione del professore (due per ogni materia) si passerà a tre. Viene inoltre reso obbligatorio l’insegnamento di una lingua straniera per l’intero quinquennio e potenziata l’area scientifica e matematica.
Nel liceo scientifico oltre al corso tradizionale, la nuova opzione delle “scienze applicate”, che raccoglie l’eredità della sperimentazione “scientifico-tecnologica”, prevede un potenziamento dell’orario di matematica e scienze ed elimina l’insegnamento del latino.
Il liceo artistico, ha aumentato i suoi indirizzi(adesso se ne contano 6:arti figurative; architettura e ambiente; audiovisivo e multimedia;design; grafica; scenografia), soprattutto a causa dell’assimilazione degli istituti d’arte. Ai settori tradizionali quali figura ed architettura si sono aggiunti nuovi indirizzi presenti nei diversi istituti d’arte, il cui stampo è prettamente professionale.
Il liceo delle scienze umane,articolato in due indirizzi,sostituisce il liceo socio psicopedagogico ed il liceo delle scienze sociali. Come i predecessori, le materie caratterizzanti dell’istituto sono le scienze sociali o appunto scienze umane, quali antropologia,psicologia,pedagogia e sociologia e in minor misura l’economia. Sarà obbligatorio lo studio di due lingue straniere nell’opzione economico-sociale, mentre nell’indirizzo ordinario allo studio di una sola lingua straniera si affianca quello del latino.
Il liceo linguistico presenta un solo corso di studi,quando prima ne erano previsti tre. Prevede l’insegnamento di tre lingue straniere sin dal primo anno; dal terzo anno, un insegnamento non linguistico sarà impartito in lingua straniera (nel quarto anno la novità sarà estesa ad un secondo insegnamento).
Liceo nuovo di zecca è quello musicale e coreutico, articolato in due sezioni:musicale e coreutica; inizialmente saranno istituite 40 sezioni musicali e 10 coreutiche. Sarà obbligatorio lo studio di due lingue straniere ( lingua inglese e una seconda lingua comunitaria) e del latino.
Peraltro, l’insegnamento nel quinto anno di una disciplina non linguistica in lingua straniera riguarderà tutti i percorsi liceali.
Vediamo, invece, la situazione della didattica negli istituti tecnici e professionali.
I nuovi istituti tecnici si divideranno in due settori: economico e tecnologico. Il primo si divide a sua volta in due indirizzi, il secondo,invece, è articolato in nove indirizzi. Ogni istituto è della durata quinquennale, con un biennio comune e introduttivo e un triennio in cui si affrontano le materie specialistiche date dall’indirizzo preso.
Gli istituti professionali sono suddivisi in due macrosettori (servizi; industria e artigianato), a loro volta articolati in sei indirizzi.
Per quanto riguarda la parte economica della riforma, è doverosa una precisazione: nel testo del ministero dell’istruzione non ci sono specifiche indicazioni sui tagli, ma solo un rinvio al decreto legge 133/2008(cioè la manovra finanziaria del ministro Tremonti) per tutta la materia economica. Dunque chi accosta gli otto miliardi di euro di tagli alla riforma “Gelmini” è impreciso.
Sta di fatto che la nuova strutturazione della scuola secondaria è modulata sulla necessità di adeguarsi a quanto stabilito dal decreto e cioè ad “una riduzione complessiva del 17 per cento della consistenza numerica della dotazione organica determinata per l’anno scolastico 2007/2008”(articolo 61).Scopo della manovra è far risparmiare alle casse dello stato “economie lorde di spesa, non inferiori a 456 milioni di euro per l’anno 2009, a 1.650 milioni di euro per l’anno 2010, a 2.538 milioni di euro per l’anno 2011 e a 3.188 milioni di euro a decorrere dall’anno 2012” per un totale di 7 miliardi e 832 milioni di euro.
Come se non bastasse nella finanziaria 2010 è stato approvato un finanziamento pubblico di 130 milioni di euro in favore delle scuole private.
Questi sono i fatti,questa è la riforma epocale del governo Berlusconi. Ai posteri l’ardua sentenza.