Quando arrivo a piazza del Plebiscito, l’orologio segna le 17. Il cordone di polizia dispiegato per proteggere l’arrivo del presidente del Consiglio da eventuali manifestanti è davvero imponente.
Nel frattempo, a cinquanta metri dalla prefettura, marcia il corteo degli studenti, a dispetto del freddo e della pioggia.
Nonostante tutto, riesco ad entrare nella blindatissima piazza, e ad arrivare nella zona riservata agli addetti stampa. Il momento è “importante”: Silvio Berlusconi, che oramai è un “habitué” della città, arriva a Napoli con l’intento di risolvere l’infinita crisi dei rifiuti. Forse mai come in questi giorni la situazione è stata tanto critica e tanto umiliante per noi napoletani, che oramai non vediamo nessuna soluzione fattibile nel breve periodo, né ci riconosciamo nelle capacità risolutive di chi ci governa e chi ci ha governato. Ed è proprio questo sentimento di sfiducia che si nota nella decina di persone che riesce a scavalcare le forze dell’ordine fino ad arrivare alle porte della blindatissima prefettura. Le urla e i cori sono abbastanza chiari: “monnezza”, “vergognati”, “mafioso”, sono il frutto di un’esasperazione che oramai attanaglia tutti. Ed ecco che quindi la polizia carica.
Nel frattempo, alla prefettura si discute. I vertici istituzionali campani affermano che nel giro di due settimane tutto sarà risolto, non ci sarà più un sacchetto di spazzatura per le strade della città. Un miracolo o l’ennesima presa in giro? Staremo a vedere.
Ci si appella alla solidarietà nazionale, e così già Veneto e Piemonte si tirano indietro: “Non accoglieremo i vostri rifiuti!”, tuonano i leghisti Cota e Zaia, mentre arrivano “offerte” dalla Norvegia che prenderebbe questi rifiuti, che li brucerebbe ricavandoci energia.
E in Campania riguardo gli inceneritori cosa si pensa? Cosa si dice? Ancora una volta il vuoto politico. Il centro-destra afferma che se ne costruirà uno nella zona est di Napoli (ma se intendono costruirlo come ad Acerra, forse è meglio lasciar stare), mentre il centro-sinistra è come al solito diviso: i verdi e i “partitini rossi”, affermano un “No” categorico e propongono l’immancabile raccolta differenziata (come se si potesse effettuare un piano serio nel giro di due giorni), mentre il Partito Democratico è spaccato in un quantitativo infinito di opinioni e “non proposte”. Ecco quindi servite su un piatto d’argento le giustificazioni grazie alle quali il presidente del Consiglio continua a governare, a fare i suoi “miracoli” e a dire ai manifestanti “che quando era giovane, lui, si divertiva facendo altre cose.”
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