di Riccardo Pulcini
Vado a 3000 all’ora,
senza girarmi.
Vado perché è così che mi hanno insegnato.
Che bisogna andare.
Vado senza guardare.
E vado veloce.
Più veloce dei miei sogni.
Più veloce di me.
Salto i fossi.
Disegno con il gesso corsie d’emergenza
che a percorrerle, c’ho fatto l’abitudine.
Recito preghiere sconosciute,
mastico emozioni amare,
bevo fiumi di parole che oramai hanno smesso da tempo
di essere parole,
ma solo rumore.
Vado a 3000 all’ora,
sfreccio con abilità da equilibrista circense,
tra problemi che con un gioco di prestigio mi hanno sfregiato la faccia
e ferite che forse non smetteranno di sanguinare.
Ma c’è la luce di una luna immersa nella notte
ad illuminare un cartello che dice:
“Rallentare. Sogni in caduta libera.”