di Renata Rallo
“Se dicessi di averti veramente conosciuto bene, cosa risponderesti se fossi qui adesso?”
Questo domandava Paul McCartney, in una canzone del 1982, all’amico John Lennon assassinato due anni prima.
Un interrogativo, il suo, a cui nessuno può e potrà dare una risposta: chi era veramente John Lennon? Dove finiva l’artista amato da tutti e iniziava l’uomo adorato ma anche denigrato da molti?
È l’8 Dicembre 1980, sono le 22.51, John Lennon e Yoko Ono stanno tornando dal loro figlio Sean che ha solo 5 anni. Sono sotto il Dakota Building, il palazzo newyorkese nel quale risiedono. Accade l’orrore.
Si dice che prima degli spari, il nome di Lennon sia risuonato nell’aria.
“Mister Lennon….” Queste le parole che nella mente di milioni di persone si sono fatte strada tra l’orrore e l’incredulità fino a far scaturire la domanda delle domande: Perché? È impossibile trovare risposte.
“Probabilmente rideresti e diresti che eravamo due mondi divisi e separati” continua McCartney.
Eh sì, perché basta tornare indietro di vent’anni con uno schiocco di dita, e lo troviamo lì a comporre per quella che è stata la band di maggiore influenza musicale e sociale di tutti i tempi. Lo possiamo vedere comporre con e contro l’amico Paul i più bei testi e le più belle musiche di quegli anni, tutto ciò che fece di loro il duo di compositori più fruttuoso di sempre. Ed è proprio la diversità tra i loro caratteri che sin dagli esordi aveva permesso, tra rivalità e profonda amicizia, il decollo dei Beatles.
Schiocchiamo di nuovo le dita e, come per incanto, o meglio disincanto, ci troviamo agli inizi degli anni Settanta. “Il sogno è finito” scrive Lennon, i Beatles sono morti e più nessuno (o almeno così pensava lui) crede in loro.
John Lennon inizia una carriera da solista accanto alla sua seconda moglie, Yoko Ono, diventando un ispiratore di folle contro la guerra e la violenza; ancora oggi le sue “Imagine”, “Give peace a chance” e “Happy Xmas (War Is Over)” sono gli inni indiscussi di pace.
E noi siamo lì a guardarlo mentre parla a centinaia di persone invitandoli alla pace e all’amore.
Siamo lì anche quando il suo primo figlio, Julian, lo accusa di non aver donato quell’amore tanto professato alle persone a lui vicine…
Schiocchiamo le dita per l’ultima volta ed eccoci a casa nostra, oggi. Il cielo sembra più grigio e non c’è musica nell’aria, solo rumore.
John Lennon sembra solo un ricordo, magari un sogno, lontano dalla nostra realtà. Eppure sono migliaia le persone a cui la sua musica ha cambiato la vita, migliaia che lo ricordano.
Egli dunque non è morto, per un uomo come lui la morte non esiste, è “solo uscire da un’auto per salire su un’altra ” come soleva dire lo stesso Lennon.
Tutti lo ricordano, è come se dopo tanti anni lui fosse ancora qui con la sua musica.
La sua musica, che risuona di ciò che egli era, nei nostri cuori è sempre presente e delle nostre vite fa parte. Fino a che al suono delle sue note nascerà una lacrima, fino a che al suono della sua voce qualcuno crederà nella pace e nell’amore nonostante l’orrore del mondo e degli uomini, potremo dire che John Lennon è ancora vivo.