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La nuova pellicola di Woody Allen, poco brillante tra illusioni e senilità

di Marco Chiappetta

TRAMA: Londra – L’anziano Alfie (Anthony Hopkins), stanco della sua vita senile, decide di cambiarla, divorziandosi e sposando la procace e stupida squillo Charmaine (Lucy Punch); la sua ex moglie Helena (Gemma Jones), rimasta sola e addolorata, affida la sua vita ai consigli e alle previsioni della chiromante Cristal (Pauline Collins); la loro figlia Sally (Naomi Watts), rampante impiegata di una galleria d’arte, prende una cotta per il suo capo Greg (Antonio Banderas), mentre va a rotoli il suo matrimonio con Roy (Josh Brolin), scrittore fallito innamorato a sua volta di Dia (Freida Pinto), la sua bellissima dirimpettaia indiana.
GIUDIZIO: Meno brillante e originale del solito, Woody Allen ripropone i suoi cari vecchi temi (verità e finzione, destino e caso, amore infelice e amore tradito, senilità e solitudine) in una storia corale in bilico tra amaro e grottesco, in cui tutti sono dei perdenti disillusi, a eccezione di Helena, che vede e vive una vita scritta e diretta da ciarlatani occultisti. La morale del film, che si può confondere o meno con quella dell’autore, è che in questa vita assurda e insensata le illusioni sono meglio delle medicine: utili, se non indispensabili, per avere un briciolo di felicità. Interpretato da un ottimo cast – con menzione speciale per Anthony Hopkins – e scritto con molta più attenzione per i personaggi che non per la storia e i dialoghi, manca un po’ del brio e del genio del regista newyorkese, non nella vena migliore: resta una commedia piacevole e simpatica, intelligente e gustosa, alleniana ma non geniale. Il titolo originale, “You Will Meet A Tall Dark Stranger”, si riferisce allo “sconosciuto alto e bruno” tanto millantato dalle chiromanti, e, metaforicamente, alla morte.
VOTO: 3/5