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La scelta tra il diritto e il posto di lavoro. Il referendum di Mirafiori passa di misura

di Ilaria Giugni

La lunghissima notte dei lavoratori dello stabilimento FIAT di Mirafiori si conclude con la vittoria dei sì (54%).
Nonostante il risultato favorevole all’accordo con Marchionne, persiste la resistenza dei no, attestatisi al 46%.
Dai dati emerge inoltre la vittoria schiacciante fra gli operai del no. E’ il voto degli impiegati a pareggiare i conti e a permettere il sorpasso.
A questo punto la parola passa al Lingotto. John Elkann e Sergio Marchionne hanno atteso il termine degli scrutini presso l’ufficio dell’amministratore delegato.
Il manager italo-canadese auspicava nei giorni scorsi un risultato dei sì superiore al 60%. Eppure le previsioni di una vittoria schiacciante dell’assenso risultano completamente disattese e le ragioni sono probabilmente da rintracciarsi nelle parole del segretario generale della Fiom, Maurizio Landini. <>.
Due giorni fa è stato chiesto ai lavoratori di scegliere fra i loro diritti e il mantenimento del lavoro. In questo senso, nessuna scelta sarebbe potuta essere biasimata: non si può chiedere di essere eroi per mille euro al mese. Per questo quella degli operai di Mirafiori è una vera e propria lezione: in un periodo di forte crisi degli ideali, in cui anche la sinistra sembra aver perduto l’orientamento, proprio i più deboli, coloro che andrebbero tutelati in quanto ultimo anello della catena, ci hanno dimostrato che le idee non si svendono nemmeno sotto ricatto, che per prima cosa va preservata la dignità del lavoratore, che sui diritti guadagnati attraverso anni e anni di lotte sindacali, costate sangue e sudore, non si discute.