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Napoli, il voto per le Primarie nascosto da sospetti e sfiducia per il futuro

di Roberto P. Ormanni

E primarie furono. Il candidato sindaco di Napoli delle file del centrosinistra sarà Andrea Cozzolino, questo è quanto emerso dalle votazioni tenutesi nella giornata di Domenica 23.
L’eurodeputato del Partito Democratico è riuscito a conquistare, tra i quasi 45mila elettori, 16.358 preferenze. Dietro di lui Umberto Ranieri, con 15.137 voti. Per Libero Mancuso, ex magistrato sostenuto da Sinistra e Libertà, e Nicola Oddati, assessore alla Cultura del Comune di Napoli, invece, rispettivamente 6.995 e 5.388 schede d’appoggio.
Contro tutte le previsioni, dunque, Cozzolino, nonostante sia stato l’ultimo a scendere in campo per il PD (solo quaranta giorni di campagna elettorale per lui, contro gli oltre due mesi riempiti dagli altri tre nomi in corsa), è riuscito a sbaragliare i suoi “avversari”.
Eppure, nel centrosinistra, lo sguardo non si sposta ancora verso il futuro e gli scontri restano interni al PD. Il risultato delle primarie, infatti, è stato denunciato da tutti gli staff degli altri candidati, perché sospetto di brogli. Su tutti, Umberto Ranieri, che chiederà di invalidare le primarie nella Settima e Ottava Municipalità, dove Cozzolino ha surclassato tutti, strappando voti determinanti. I seggi di Miano, Secondigliano, Scampia e Piscinola, infatti, sono sotto la lente d’ingrandimento, circondati da troppi dubbi. Nella sezione allestita a via Ianfolla, nel quartiere Miano, per esempio, Cozzolino ha raccolto 1067 preferenze: con il seggio aperto 13 ore, si calcola che ogni votante sarebbe riuscito a registrare la sua preferenza in un minuto netto.
Libero Mancuso indica che “Sono tornati i pacchi di pasta a Scampia e Secondigliano” e aggiunge furioso “Cozzolino spieghi perché si è alleato con la destra, cosa c’è dietro?”. Ma anche dai sostenitori di Oddati arrivano attacchi diretti: Corrado Gabriele, consigliere regionale, incrimina Cozzolino, dichiarando che “per ottenere quel che voleva, ha pagato e promesso”.
Tuttavia, secondo le cifre, è Andrea Cozzolino la persona adatta alla città e in grado di mutare la rotta che ha caratterizzato gli ultimi diciotto anni di centrosinistra napoletano. Eppure, l’europarlamente democratico, ex-segretario dei Ds, è stato uno dei principali dirigenti della giunta Bassolino. E proprio l’ex presidente della regione Campania, secondo alcuni, pur non essendosi mai pronunciato pubblicamente, ha appoggiato la candidatura del suo vecchio fedelissimo.
Veleni, perplessità e ombre sulla vittoria di Cozzolino. I conflitti scivolano e si diffondono tra le stanze del centrosinistra, i cittadini mantengono uno sguardo di diffidenza nei confronti di tutti e già si parla di astensionismo mosso dalla sfiducia o di voto d’opinione e di rabbia offerto ai movimenti e alle federazioni minori. Tutto può succedere. La speranza condivisa è sicuramente quella di poter vedere una nuova e sommessa alba per questa città. Eppure, com’è nel nostro costume, ci si divide ancor prima di unirsi. La cosa pubblica diventa poco affare nostro. Il “delfino” di passaggio non appena conquistato lo scranno, disapprende ogni programma promesso. E il cittadino, dopo aver lasciato cadere nell’urna la propria scheda col voto, è in grado di condonare agli altri la sua stessa salute. Perché Cozzolino, Mancuso o chicchessia il candidato di turno, domani tutti torneranno alla loro esistenza serafica, fatta di tanti lamenti e molta poca politica.