di Francesco Maselli
Caro direttore,
le primarie che si sono svolte ieri hanno regalato alla nostra città un’incredibile partecipazione democratica.
Oltre 40.000 cittadini hanno sfidato il gelo e la pioggia per poter esprimere la propria preferenza,pagando anche un euro. Un patrimonio sociale e politico inestimabile, che il centrosinistra non deve disperdere.
Alcune ombre però,si sono allungate sulla giornata di ieri. Tutti i candidati, ad urne ancora aperte, hanno denunciato brogli ed irregolarità,mettendo in dubbio la validità della consultazione,e delegittimando di fatto chiunque avesse vinto di lì a poco. Addirittura,in segno di protesta, alcuni rappresentanti di lista hanno abbandonato i seggi. Se le gravi irregolarità denunciate nei seggi decisivi risultassero vere, la legittimità del vincitore ne verrebbe irrimediabilmente intaccata.
Qualcuno potrebbe accusarmi di guardare il bicchiere mezzo vuoto, ma non volevo fosse questa l’immagine delle primarie del 23 Gennaio. Non volevo certificassero delle divisioni ancora più profonde nel centro-sinistra. Ieri doveva essere una festa, ed invece così non è stato. Si parla di gruppi organizzati del PDL, di voto di scambio, addirittura di camorra. Sento il dovere di avvicinare i miei coetanei alla politica,sento il dovere di impegnarmi in prima persona per cambiare la mia città, la terra in cui sono nato e cresciuto. Ma se è vero quello che è successo ieri, con quale coraggio posso avvicinarmi ad un ragazzo e proporgli di prendere la tessera di un partito?
Sono già pochi i ragazzi della mia età che fanno politica, tutto questo non fa altro che allontanarli ancora di più. Consegna uno spazio politico ai movimenti come quello di Beppe Grillo, che di politico non hanno proprio nulla. Fare Politica vuol dire emanciparsi, contribuire con le proprie idee e la propria forza ad un momento fondamentale della vita dell’uomo: l’amministrazione della cosa pubblica. Le prime regole sono trasparenza e legalità, dopo viene il resto.
E’ per questo che bisogna fare chiarezza, il primo a pretenderla dovrebbe essere proprio Andrea Cozzolino. Non può permettersi di cominciare la sua corsa verso le amministrative con un peso del genere. Napoli non può permetterselo. La sua rischia di essere una vittoria di Pirro, se non viene fugato ogni dubbio.
Per adesso c’è molta amarezza. Ma non per questo smetto di combattere.
Caro Francesco,
ho sempre sostenuto l’importanza di fare Politica, costantemente e soprattutto nella maniera più pura, affinché quel contratto sociale che sta alla base di ogni mandato – a qualsiasi livello – potesse essere rispettato.
Ho creduto nella dicitura “Salgo in politica”, rigettando la formula “Scendo in campo”, perché convinto che la politica dovrebbe essere incarico di virtù e di lustro, e non strumento di corruzione e malcostume.
Eppure, hai detto bene: in questo momento, non riuscirei a non comprendere quel giovane che sceglie di non realizzare il suo ruolo di cittadino e di uomo politico. Sia chiaro, non sto dicendo che acconsentirei o approverei un simil comportamento. Semplicemente, non lo biasimerei.
Il fango sembra essere immanente in ogni ambiente, l’inferno non appare governabile e si ha l’impressione che lo stesso Art. 48 della nostra Costituzione si annulli. Sì, perché il diritto e il dovere di un voto onesto reggono solo fino a un certo punto. Nel momento in cui una vittoria è già programmata a tavolino da qualcun’altro (che sia criminalità o classe dirigente collusa), che peso continua ad avere il mio voto? Che significato assume il mio diritto? Che imperativo mantiene il mio dovere?
Come tu scrivi, il primo a voler ricercare chiarezza dovrebbe essere Cozzolino: non può prepararsi ad affrontare le prossime elezioni con ombre di tale entità che assediano il suo nome.
Eppure, è probabile che la situazione verrà presa per buona così com’è. I magici numeri di quartieri come Miano verranno dimenticati, Cozzolino sarà il candidato sostenuto dal Partito Democratico, la borghesia napoletana di sinitra preferirà non votare o regalare la propria scheda elettorale a Grillo e ai radicali e il Pdl potrà conquistare, finalmente, uno degli ultimi scranni dell’era berlusconiana nel Comune di Napoli.
Sì, per adesso c’è molta amarezza. E le battaglie continueranno comunque. Non mi meraviglierei, però, se si spostassero lontane un po’ di più dai circoli dei partiti.
Non è la volontà di dire “Tanto sono tutti sporchi”. E’ solo l’oggettiva sensazione di dire “Tanto fanno come vogliono”.
Roberto P. Ormanni