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Il cortocircuito del giovane Holden. Il ricordo della penna di Salinger

di Lorenzo Mineo

Il titolo “Terza Pagina” del presente blog, che, come spiegato nell’editoriale, è un omaggio alla vecchia tradizione dei giornali ottocenteschi e di inizio novecento di dedicare interamente alla cultura proprio la terza pagina, viene proposto con la prerogativa di fornire al lettore non solo un approfondimento informativo, ma anche un’ampia panoramica della nostra cultura classica e moderna. Restando proprio nell’ambito culturale, ecco che il compito di questa nota è quello di andare a rispolverare la memoria di un personaggio decisivo del mondo letterario, venuto a mancare appena una decina di mesi fa; si parla del geniale Jerome David Salinger. 
Lo dico da subito: se si trattasse di mettermi a raccontare la storiella della sua vita non starei qui a tediarvi. Tra l’altro, a vedere le sue faccende private schiaffate persino su un blog di giovani sedicenti giornalisti, nemmeno lui la prenderebbe bene, da lì su, ché è sempre stato un tipo piuttosto introverso, un tipo che meno sentiva parlar di sé e meglio era. E allora, dato che l’ultima cosa che vogliamo è farlo innervosire, sarà probabilmente più interessante non dilungarsi sulla vita privata e personale di Salinger, ma piuttosto guardarne esclusivamente gli aspetti di autore.
Partendo da ciò, dovrò necessariamente porre l’accento sulla sua più straordinaria dote, quella che caratterizza il suo spirito d’avanguardia, che a mio parere consiste nell’abilità di riportare nella superficie letteraria una percezione che nel Novecento era stata del tutto accantonata, quasi svalutata: la leggerezza; arma così letale da colpire e affondare dritto nel cuore del lettore, come nemmeno un proiettile scagliato a tutta velocità saprebbe fare. 
L’eleganza della penna lieve, in Salinger emerge alla meglio nel suo più celebre romanzo, quello che ha segnato la storia di intere generazioni, che continua a segnarla e che la segnerà ancora, perché libro senza tempo: “Il giovane Holden”.
In esso, questioni come la schizofrenia adolescenziale, il trauma per la morte di un fratello, o la mediocrità della società borghese, vengono trattate con un miscuglio di umorismo e sarcasmo tutto di Salinger: un modo pungente di scrivere che ha inevitabilmente condizionato buona parte della letteratura mondiale, dalla seconda metà del novecento ad oggi. 
In effetti la grandezza del romanzo, più che nel suo ripieno, sta nell’innovativa forma che lo avviluppa: la trama, infatti, non consiste in nulla di più elaborato che la semplice storia di un adolescente, che, in prossimità delle vacanze natalizie, decide di fuggire via dal suo college con un giorno d’anticipo, ritrovandosi a vagabondare per New York con soli pochi dollari in tasca. Dall’altra parte, abbiamo invece uno stile dello scrivere, totalmente innovativo e rivoluzionario, che rivela l’incredibile talento osservativo e analitico di Salinger. 
Questi fa convergere in Holden, protagonista del libro, quella serie di attitudini che in fondo se ne stanno nascoste in ognuno di noi, ma che in lui emergono invece spontaneamente nel relazionarsi con eventi e persone. E nel suo provare sensazioni delle più naturali, Holden azzera del tutto quei modi di stare, che per noi sono più diretti e ovvi, e così sviluppa una sensibilità sbalorditiva, quasi come se la repulsione delle prime emozioni che ti arrivano sulla pelle, fosse la clausola per diventare dei geni nella scoperta del nostro inconscio. 
Di esempi da farvi sul modo di pensare di Holden e sul geniale cinismo di Salinger, ce ne sarebbero a bizzeffe, ma forse è meglio non anticiparvi troppo, indirizzandovi verso un’attività che oggi viene trascurata da troppi. Quindi abbandonate, per un momento, la televisione o il vostro profilo facebook.
Andate, invece, a leggere un libro che, se abbraccerete a pieno, scoprirà il velo di quelle zone che albergano in voi stessi senza che le abbiate mai esplorate. Nel caso in cui lo abbiate già letto, nel caso in cui abbiate letto tra le righe di questo, conoscerete meglio di me il genere di cortocircuito che Holden è in grado di provocare nella mente del lettore. Un cortocircuito da cui è impossibile redimersi.