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Petizione in piazza per richiedere le dimissioni di Berlusconi: “Dieci milioni di cavalieri inesistenti”

di Luisa Bojańcòw

Pier Luigi Bersani, segretario del Partito Democratico, dichiara: “Dai prossimi giorni, chiederemo agli italiani di firmare un appello per ottenere le dimissioni del presidente Berlusconi”. Esatto, dieci milioni di firme raccolte in tutta Italia. Un’ iniziativa destinata, non a supportare il PD come partito politico, ma in quanto promotore di un progetto comune. Appare un’ unione di tutti gli oppositori di questo “governo infame”, perché ormai il nome che ci caratterizza non importa.
Considerate le attuali condizioni – le condizioni di un paese che vive di truffe, di squilibri, di problemi e della vita privata dei politici – potremmo dire che questo è già un piccolo miglioramento, però…C’è sempre un però.
La mattina di Domenica 6 Febbraio, un gruppo di ragazzi si riunisce a piazza dei Martiri e, attrezzati di gazebo e bandiere della giovanile del Partito Democratico, sottopongono ai passanti due tipologie di fogli: una raccolta firme per estendere il Wi-Fi gratuito al parco Virgiliano e un’altra petizione intitolata “ Berlusconi dimettiti”. Tra questi ragazzi, c’ero anche io. Nonostante il mio contributo, i dubbi che cerco di risolvere tuttora non mancano.
Prima di tutto, già dall’intestazione, possiamo capire che questo non è il mezzo con cui ci sbarazzeremo di “Sua Emittenza”, ma è più un invito, una dimostrazione del malcontento generale. Invece, arrivati a questo punto, l’opposizione dovrebbe essere in grado di stravolgere l’attuale governo, di evolvere anziché limitarsi ad esortarla a dimettersi. Tuttavia, questo non sarà mai possibile, perché tutti i leader sono una parte, un’appendice, di questa classe dirigente corrotta e, finché non ci sarà una persona degna del titolo di “onorevole”, la situazione non cambierà.
Se dovessi proporre qualcuno da piazzare al posto del signor “Bellachioma” (leggi Berlusconi), avrei le mie difficoltà. Il fatto è che siamo sempre costretti a scegliere tra il meno peggio e questo non lo reputo un gran progresso.
Stiamo gareggiando con l’Egitto, anch’esso cimentato da più un anno in una raccolta firme per cambiare la Costituzione. Una domanda a cui hanno aderito 1.200.000 persone su 80.000.000 di abitanti. Ma la situazione è ben diversa. Lì c’è la dittatura, lì hanno paura di esporsi e di mettere un firma, di scrivere il proprio nome e cognome su un pezzo di carta. Ma anche qui tutti diffidano, la gente teme e si chiede se un giorno dovrà affrontare un situazione peggiore.
Intanto, molti votano Berlusconi, ma pochi ammettono di averlo fatto e questo già dovrebbe darci da pensare. Perciò, penso che alla petizione di Domenica, abbiano aderito molti cavalieri inesistenti, ovvero persone che firmano, ma in verità non votano, non pensano, non si oppongono. Questi 10 milioni di firme sono effettivamente 10 milioni di voti? Quanto tempo ci vorrà per farle valere?
D’altronde, dal flop del governo Prodi sappiamo che non sempre la sinistra è in grado di gestire la situazione, la tattica va’ cambiata. Se questo non è l’incipit della lotta, ma il mezzo attraverso il quale dovremmo ottenere risultati allora è tempo perso.
Detto ciò, alcuni si potrebbero chiedere: allora perché partecipi anche tu a questo piano?
Prendo parte proprio perché è solo l’inizio, perché non voglio rimanere a guardare, perché è il poco che posso fare dalla mia posizione di alunna e di minorenne, perché mi vergogno da chi è rappresentata l’Italia, perché ho paura di quel che potrebbe succedere continuando così, perché penso che quindici anni di tale governo siano sufficienti, perché voglio vedere se si può fare di meglio, perché voglio poter dire che ci abbiamo provato, perché sono stanca di essere stanca della politica. Ma lo faccio soprattutto perché vorrei poter dire: abbiamo fatto il nostro, abbiamo firmato. E adesso tocca a voi.