di Ilaria Giugni
Dopo tre anni di successi, durati dal 2007 al 2010, si interrompe il Napoli Teatro Festival Italia, alle porte della nuova edizione in programma, che si sarebbe dovuta tenere dall’8 al 26 Giugno 2011.
Causa della chiusura improvvisa: i tagli deliberati dalla giunta regionale di Stefano Caldoro, secondo attuazione del decreto legge n.78, convertito in legge 122.
Produzioni partite, sopralluoghi in loco fatti, compagnie già intente a provare gli spettacoli: tutto in fumo, senza possibilità di appello.
Ma gli ex lavoratori del Festival, questa possibilità se la prendono, d’altronde ne hanno diritto.
Ieri sera, la Galleria Umberto I di Napoli ha ospitato “IOHOFATTOILFESTIVAL”, evento organizzato da tutti i protagonisti della manifestazione, dagli artisti ai tecnici, dai collaboratori ai fornitori.
Lo scopo è quello di ringraziare e salutare la città di Napoli, teatro delle rappresentazioni del Festival in questi tre anni.
Si susseguono le performance di attori italiani e stranieri, appelli degli ex lavoratori e contributi musicali.
Nel frattempo, Napoli si tinge di mille colori: le immagini delle scorse edizioni del Festival vengono proiettate sui monumenti della città, fra cui Castel dell’Ovo e il Real Albergo dei Poveri.
Eppure, “IOHOFATTOILFESTIVAL” non è una festa. Si affaccia prepotentemente sulla scena la commozione. Sentire di chi ha messo l’anima in un progetto, che credeva prima di tutto nel suo valore culturale fondamentale per un territorio al limite.
La tristezza è per l’eliminazione di uno degli ultimi ritrovi di creatività ed innovazione, più che per la perdita del proprio posto di lavoro.
E così è finita: un saluto fugace. Nome e cognome e una dichiarazione: “Io ho fatto il Festival”.
Qualcuno piange, ma le lacrime non sono una resa. Solo l’amara convinzione di un’ulteriore sconfitta per una città che ha già perso tanto.