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Tra i festeggiamenti, c’è chi rifiuta il tricolore nei 150 anni d’Unità

di Rosalba Ferrante

Bandiere tricolore che sventolano fiere e l’inno di Mameli che sparge le sue note tra il vento. Ecco ciò che si avverte camminando per le strade, oggi 17 Marzo 2010, 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Ma tra iniziative, manifestazioni, convegni ed assemblee, c’è sempre chi, quest’Unità, non ha proprio voglia di festeggiarla.
“A naso mi sembrano le solite cose un po’ inutili e un po’ retoriche” aveva affermato Umberto Bossi, leader della Lega Nord nonché Ministro delle Riforme, in un’intervista a “La Repubblica” di circa un anno fa, “non so se ci andrò, devo ancora decidere. Ma se Napolitano mi chiama…” così ha affermato il Ministro, in maniera decisa e priva di ripensamenti, dimenticandosi forse, il giuramento di onore e fedeltà fatto alla Repubblica Italiana. A Gennaio, poi, sempre la Lega, si era distinta nella commissione Cultura del consiglio regionale della Lombardia, per aver votato da sola contro il progetto legge per sostenere e finanziare le iniziative del territorio ed il restauro dei monumenti nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni. Il provvedimento dell’iniziativa consiliare prevedeva lo stanziamento di 1 milione e 300 mila euro (contro la cifra iniziale di 5 milioni di euro) a favore del suddetto progetto. “Festeggeremo anche noi quando sarà approvato il federalismo fiscale”, sotto l’esempio del loro leader e capeggiati dal leghista bergamasco Roberto Calderoli, i deputati della Lega avevano stroncato in questo modo qualsiasi dubbio ed interrogativo a riguardo posto loro in seguito alla votazione. Da Calderoli, tra l’altro, l’idea di dare festa nazionale il 17 Marzo era stata definita esagerata e controproducente: “Aboliamo la festa del 1 Maggio, a questo punto”. Chi, ancora, si è impegnato a tenere alta la bandiera leghista nel corso delle polemiche relative ai festeggiamenti per il 150° è stato anche Luca Zaia, governatore leghista del Veneto ed ex Ministro dell’Agricoltura, che, in un intervista al “Venerdi” de “La Repubblica”, ha definito la ricorrenza una “festa dell’ipocrisia”: “Tentano di far passare questo anniversario come il nuovo passo sociale che unifica la Nazione, visto che in 150 anni non sono riusciti ad unificarla davvero”. Le ultime notizie a riguardo, risalgono, invece a Martedì 15 Marzo, dove, prima del consiglio regionale lombardo, i leghisti, insieme ad Andrea Gibelli, vicepresidente all’industria ed all’artigianato della Lombardia, ed al figlio del leader Umberto Bossi, Renzo, hanno disertato l’esecuzione dell’inno di Mameli, ormai previsto all’inizio di ciascun Consiglio secondo una nuova legge regionale, stabilendosi, in questo modo, al bar di fronte, in compagnia di caffè caldi e cornetti appena sfornati.
Ma se al Nord a disertare la giornata ci sono i leghisti, altra presenza, meno discussa e meno resa nota, è quella al Sud dei neoborbonici.
Il Movimento neoborbonico si incontra e nasce a Napoli il 7 Settembre 1993, per contro-celebrare, in questo modo, l’arrivo di Garibaldi nella città, il 7 Settembre del 1860. Ha sede principale a Napoli, ma conta altre 29 delegazioni in diverse regioni italiane, dalla Sicilia alla Lombardia, più altre due in Sudamerica ed una negli USA. Il loro pensiero si fonda sulla convinzione che con l’Unità e con la scomparsa del regno delle Due Sicilie, il Sud sia stato condannato alla povertà e sottomesso alle regioni settentrionali. Ciò a cui aspira è la riapertura del dibattito storico sull’unificazione dell’Italia e sulle conseguenze che ha avuto ed ha per le provincie dell’ex Regno delle Due Sicilie. L’organizzazione del Movimento, che come simbolo prevede, oltre che la bandiera del Regno, i gigli d’oro borbonici, le coccarde rosse dei briganti e l’inno nazionale delle Due Sicilie di Giovanni Paisiello, prevede un’Assemblea dei Soci, che va convocata almeno una volta l’anno, un Consiglio Direttivo ed un Comitato Esecutivo, come organi esecutivi delle volontà assembleari. Gennaro de Crescenzo è il Presidente del Movimento, che tra l’altro, dispone anche di un giornale in internet, “Il Nuovo Sud”, di una rivista cartacea “Il giornale delle Due Sicilie”, di una nazionale di calcio e, ovviamente, di un sito internet. A servizio di un’organizzazione del genere, anche i neoborbonici si sono uniti al sabotaggio del 150°, attraverso un’iniziativa chiamata “Controcelebrazione dei 150 Anni dell’Italia Unita”, che ha previsto un incontro nella sala della Loggia del Maschio Angioino a Napoli, Martedì 15 Marzo alle ore 17. Il 17 Marzo, invece, il loro dissenso è stato espresso dalle bandiere del Regno delle Due Sicilie, in segno di lutto per i festeggiamenti in corso e dagli incontri che si terranno la mattina a Piazza dei Martiri, a Napoli, intorno alle 10,30 e il pomeriggio, sempre a Napoli, intorno alle 18,30, a Piazza Dante, per fare volantinaggio tra gli spettatori del “Concerto Tricolore” organizzato dal Comune per celebrare la ricorrenza.
E in un panorama del genere, tra chi preferisce scordarsi dei festeggiamenti, chi li ignora e chi si trova meglio a sabotarli del tutto, riaffiorano, spontanei, in mente i versi di Francesco de Gregori. Per chi, nonostante tutto, con un sorriso sulle labbra, ancora crede nel loro valore: “Viva l’Italia, l’Italia tutta intera”.