di Ilaria Giugni
ROMA – Sabato 2 ottobre, il popolo viola scende di nuovo in piazza. A dieci mesi dal primo No B Day, le strade di Roma sono di nuovo invase dai manifestanti, pronti a correggere il tiro: questa volta lo slogan, molto più diretto, è “Licenziamolo!”. Sottotitolo: “Sì alla Costituzione”.
Federazione delle Sinistre e Italia dei Valori hanno provveduto a sovvenzionare trecento pullman da tutta Italia e due navi speciali dalla Sardegna, arrivate a Roma in mattinata. Alle ore 15 parte il corteo da piazza della Repubblica, che ripercorre lo stesso itinerario dell’anno prima fino a piazza San Giovanni. Qui, un palco allestito interamente in viola accoglie i manifestanti con musica e interventi illustri sui temi di giustizia e legalità.
Tra i primi a prendere parola, quasi in risposta ai molti cartelloni sui quali campeggia”Partigiani del terzo millennio”, due rappresentanti dell’Associazione Nazionale Partigiani che urlano alla folla “Che ci importa della casa di Montecarlo? A noi importa di chi la casa non ce l’ha!”. Intervallati da performance musicali, si susseguono al microfono Stefano Rodotà, Raniero La Valle, Salvatore Borsellino che infiamma la folla, urlando per tre volte “Resistenza!”, agitando l’agenda rossa simbolo della lotta alla mafia, per la quale morì il fratello.
Molto commossa, interviene anche Ilaria Cucchi, chiedendo giustizia non solo per suo fratello Stefano, ma anche per tutti gli altri cittadini morti sotto tutela dello Stato.
Politici in piazza ce ne sono pochi: Di Pietro, Vendola e Marino camminano in mezzo ai manifestanti, senza salire sul palco riservato alla società civile, vera protagonista della giornata. Molte sono le bandiere di partito, soprattutto dell’Idv, tanto che più volte si chiede di “abbassarle”. I viola tengono che sia chiaro che la manifestazione è assolutamente apartitica, riunisce singoli individui stanchi del malgoverno di centro-destra, senza distinzione di colore e ideologia.
Insomma, pur non bissando il successo di numeri della prima edizione, il messaggio è chiaro: basta alla politica del privilegio e dei propri interessi, basta ad un governo che ha all’ordine del giorno solo l’approvazione di leggi ad personam.
Dalla piazza romana arriva chiara la richiesta di trasparenza e giustizia. C’è da augurarsi soltanto che qualcuno risponda.